Carmen Consoli vuole un incontro tra il figlio e suo padre: è nato con la fecondazione assistita
Il figlio di Carmen Consoli è nato con la fecondazione assistita ma adesso la cantante desidera che Carlo Giuseppe incontri suo padre
Non è un desiderio recente, Carmen Consoli ha sempre pensato che un giorno suo figlio avrebbe incontrato il padre. Il bambino di Carmen Consoli è nato con la fecondazione assistita ma lei nove anni fa ha scelto una clinica londinese. L’intervento l’ha fatto a Londra in una struttura che prevede che i bambini un giorno possano conoscere il donatore, il papà. Il piccolo Carlo Giuseppe ha 8 anni e sa che la sua mamma desidera questo incontro. E’ la reazione di suo figlio ad avere sorpreso Carmen che però sembra ormai decisa perché davvero curiosa di conoscere l’uomo che l’ha resa madre. Quando la cantante siciliana è diventata madre non immaginava che un figlio le avrebbe cambiato così tanto la vita, le sue aspettative erano minori. Al Corriere della Sera Carmen Consoli confessa che suo figlio è stato più del desiderio che nutriva, le ha cambiato la visione del mondo.
Il figlio di Carmen Consoli però non vuole incontrare il padre
“Quando lui avrà quindici anni per legge conoscerà, se vorrà, il suo papà. Al momento non è intenzionato” questo dice già tutto ma l’artista non si rassegna. Ne ha parlato con il bambino, ha paura che il lettone venga occupato ma ha detto anche altro alla sua mamma: “Mi ha detto una cosa molto importante: ‘Potresti traumatizzarmi’”.
Non è bastato per farla desistere, pensa che suo figlio sia molto simile al donatore e pensa anche che il padre non possa perdersi un figlio così meraviglioso. “Io ho cercato di mandare una lettera per anticipare questo momento perché, chiunque sia questo padre a cui io sono molto grata, secondo me gioirebbe nel vedere un bambino così. Quindi non vorrei fargli perdere l’emozione di farglielo conoscere ora. Però Carlo non è intenzionato, perché ha paura che qualcuno occupi il letto grande. Mi ha detto però una cosa molto importante: ‘Potresti traumatizzarmi’. I bambini si abituano a dei riti, delle abitudini e il momento in cui si sconvolge il loro equilibrio può essere pericoloso”.