Tutto il dolore del padre di Michele Merlo: “Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare”
E' distrutta la famiglia di Michele Merlo: a sei mesi di distanza dal giorno della sua morte non si hanno ancora certezze
A sei mesi di distanza dal giorno più brutto della sua vita, il padre di Michele Merlo trova la forza per parlare e per urlare tutta la sua rabbia. Non riesce a credere che sia accaduto davvero, non riesce a credere che Michele non ci sia più e che sia morto per negligenza. Certo, dovranno essere i giudici a stabilire di chi sono le responsabilità in questa vicenda ma appare davvero evidente, che se solo si fosse dato ascolto alle richieste di aiuto di Michele, forse si sarebbe potuto salvare. “Rimbalzato da Cittadella a Bologna, bastava un emocromo per salvarlo”. E’ questo lo sfogo amaro di Domenico Merlo, padre di Michele Merlo, l’ex cantante di “Amici” scomparso sei mesi fa per leucemia fulminante. Il papà affida al “Resto del Carlino” tutta la sua amarezza e il dolore: “Gli venne prescritto un antibiotico, il giorno dopo il crollo. Ci fu un sanitario del 118 che diede a Michele del tossicodipendente”. Questo tra l’altro è stato un altro grande dolore per la famiglia di Michele. Il fatto che molti vedendolo in quelle condizioni così gravi, avevano pensato che fosse una questione di droga. Ma Michele non faceva uso di sostanze, come hanno dimostrato gli esami fatti poche ore prima della sua morte.
Tutto il dolore del papà di Michele Merlo che adesso vuole giustizia
I mesi passano e il lavoro degli inquirenti è ancora lungo: l’inchiesta di Bologna è stata trasferita a Vicenza: “Per me un colpo al cuore. Mi domando per quale motivo? Mi aspettavo che la Procura di Bologna andasse avanti, che i Nas accertassero eventuali responsabilità di quei sanitari che hanno visitato Michele. Oggi mi si dice che una volta arrivato all’ospedale di Vergato tutto era già compromesso.”
E ancora: “ Bene, allora perché un dirigente medico del decimo piano del Maggiore, davanti al sottoscritto e a tutti i miei parenti, chiese scusa a nome suo e di tutta la categoria? Di cosa si scusò se non è venne sbagliato niente? Io e la mia famiglia non cerchiamo vendette, nemmeno soldi, ma la verità sì. Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare e noi andremo fino in fondo”.
Qui la vicenda legata alla richiesta di aiuto di Michele ai medici
Domenico è convinto, Michele si poteva e si doveva salvare: “Questo dicono gli atti. Invece è stato rimbalzato da un posto all’altro quando bastava un emocromo per capirne il problema. E’ tutto un sistema sanitario che è sbagliato, questo va condannato”. E’ la rabbia di un padre che ha perso suo figlio nel fiore dell’età. E’ la rabbia di un padre che andrà avanti in questa storia, per avere giustizia e magari anche per evitare che ad altri ragazzi possa succedere una cosa simile.