Alessandro Borghese confida solitudine, dolore e pianti causati dal Covid
Alessandro Borghese racconta il suo viaggio all'Inferno a causa del Covid
Alessandro Borghese ha avuto il Covid e confida che è stato un viaggio all’inferno, lo racconta in un podcast anticipato anche dal Corriere. Lo chef racconta la sete, il dolore, la solitudine, le lacrime, il gusto e l’olfatto che sono andati via e per uno che ci lavora con i sapori è difficile mandare all’aria anni di assaggi, di viaggi. Alessandro Borghese sta bene, restano gli strascichi, il bisogno di raccontare quelle settimane. E’ la solitudine il male peggiore ma sa di essere stato fortunato, in quel momento però non lo comprendi e la sofferenza diventa grave. Non sapeva più che giorno fosse, almeno fino a quando la febbre è andata via.
ALESSANDRO BORGHESE: “SONO SEMPRE SOLO CHIUSO ALL’ULTIMO PIANO”
“Ho sete. Voglio quella bottiglia d’acqua, ma non riesco ad aprirla: mi fa male la schiena, il braccio, la mano, le dita, la lingua. Non ci riesco” sono le parole dello chef che ricorda l’isolamento, il coronavirus. “Sono sempre solo. Chiuso su questo piano, l’ultimo di casa, quello dedicato proprio alle mie bimbe… quanto mi mancano. Sto male. Piango in silenzio, questa solitudine è il male”.
Ogni giorno il dottore lo visitava ma ogni giorno sentiva più forte la solitudine: “Voglio mia moglie. Voglio abbracciare le mie bambine, respirarle. Che giorno è? Decimo, mi conferma il dottore, che quotidianamente mi visita, è la febbre è andata via”.
Alessandro Borghese ha raccontato la sua esperienza, il suo viaggio all’Inferno per colpa del virus. La paura che il gusto e l’olfatto non tornino: “Il gusto deve essere allenato ed educato per dire di conoscerlo appieno e poterci fare affidamento. Il Covid-19 me l’ha tolto di colpo… Pam, così! Anni di viaggi, di erbe spontanee, di frutta, di verdura, di pesce, di carne, in giro per il mondo, nelle vigne ad assaggiare il vino”.