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Federico, il figlio di Bruno Vespa racconta senza filtri della depressione: L’anima del maiale

Federico Vespa nel suo libro L'anima del maiale racconta dei lunghi anni in cui ha sofferto di depressione

il figlio di bruno vespa

Federico Vespa nel suo libro in uscita L’anima del maiale definisce un mostro la depressione contro cui ha dovuto convivere per più di 20 anni. Il figlio di Bruno Vespa parla del male oscuro della sua generazione, di un disturbo che poteva a volte sembrare scomparso per poi tornare condizionandogli la vita. Ansia, sudore, paura, la richiesta di aiuto ma c’è anche altro; Federico a 40 anni parla anche del fascino di quel male, riferisce una funzione anestetica. Un libro che può aiutare molti a venirne fuori, a fare quel passo per capire che l’aiuto è importante quando comprendere se stessi diventa troppo difficile e doloroso. A Il Giornale Vespa ha anticipato qualche stralcio del suo libro spiegando che ha passato anni a sentirsi un continuo nodo in gola: lui era l’agnello nella tana dei lupi.

FEDERICO VESPA FUORI DALLA DEPRESSIONE GRAZIE A DUE AIUTI IMPORTANTI

Il conduttore radiofonico confida che ha sofferto di depressione fino a poco tempo fa; un “disturbo ansioso depressivo” da quando aveva 18 anni ha combattuto con farmaci e terapie, poi è arrivata la liberazione. La cosa più difficile è chiedere aiuto, lo spiega nel suo libro, è una cosa che fa più paura del male stesso, dell’ansia, del vedersi sprofondare.
“Chiedere aiuto può fare ancora più paura della paura stessa del male, di quel sudore, quell’ansia, quel terrore di perdere il controllo e perfino di diventare aggressivo, di fare male a qualcuno, magari a qualcuno a cui si vuole bene” – si legge nel suo libro – Il fatto è che il male, con il suo fascino inspiegabile, qualche volta funziona da anestetico, e ti mette sotto una campana che ti allontana dalla vita, dagli affetti, dalla famiglia, dai desideri e allora non ti senti più niente, non provi più niente”. Sincero fino in fondo, senza filtri. La sua confessione e il grazie a sua madre, al suo sostegno, a uno psicoterapeuta.



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