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Natale Giunta in pericolo, lo chef de La prova del cuoco senza scorta dopo tutto il coraggio dimostrato

Natale Giunta, lo chef de La prova del cuoco, questa volta non resta in silenzio, gli hanno tolto la scorta dopo aver fatto tanto per tutti contro la mafia

natale giunta

E’ assurdo il calvario che continua a vivere Natale Giunta, lo chef de La prova del cuoco che fino a pochi giorni fa abbiamo visto in tv accanto ad Antonella Clerici e che oggi torna ad avere paura di uscire di casa, di lavorare. Continua con coraggio lo chef siciliano ma senza scortatutto è più difficile. Non ha più la protezione personale e questa volta deve per forza ribellarsi, raccontare cosa è diventata la sua vita. Negli anni sono pochissime le dichiarazioni di Natale Giunta sulla sua guerra contro la mafia palermitana, non ha mai cercato pubblicità, ha sempre lavorato sodo e mentre qualcuno criticava il suo carattere durante le sfide ai fornelli dietro il sorriso c’era il grande coraggio di avere denunciato i “padrini” di Cosa Nostra. Tutto è iniziato a marzo del 2012, gli avevano chiesto il pizzo presentandosi al suo ristorante, non ha mai pagato e ha affrontato a testa alta le denunce, i riconoscimenti, il processo e non senza paura. “Eccomi di nuovo in balìa di questa gente” commenta adesso Giunta perché lo Stato gli ha tolto la scorta, dopo aver dato e fatto tanto adesso si ritrova solo. Grazie alle sue dichiarazioni finì in carcere Antonino Ciresi, braccio destro di Alessandro D’Ambrogio, e i carabinieri scoprirono l’esistenza di 40 milioni di euro. I messaggi di minacce lasciati sul parabrezza dell’auto, il ristorante danneggiato, il cane sparito, il furgone del catering incendiato, questa è solo una parte del calvario vissuto in questi anni dallo chef.

NATALE GIUNTA SENZA SCORTA – LO CHEF DE LA PROVA DEL CUOCO RISCHIA LA VITA

Un anno fa le onoranze funebri gli consegnarono un proiettile, lui non ha chiamato i giornali, non ha cercato pubblicità ma ha consegnato tutto alle forze dell’ordine. “Sono uno chef e non un professionista dell’antimafia, non ho mai alzato vessilli o bandiere per quel che ho fatto – adesso Giunta non può restare in silenzio – Per quattro anni ho avuto la scorta, per tre mi è stata garantita la sicurezza anche negli spostamenti fuori dalla Sicilia, poi solo nella regione. Infine, la doccia fredda: l’altra mattina mi chiama l’ufficiale del Nucleo scorte per avvisarmi che da quel momento io non ero più sotto la loro protezione. Nessuna motivazione”. “Io ho sempre e solo pensato a fare bene il mio lavoro confidando che anche le autorità facessero il loro. Invece oggi mi trovo abbandonato – protesta lo chef – Soprattutto ho di nuovo paura. Io ci ho messo la faccia: ho riconosciuto quel pregiudicato nel confronto all’americana, sono andato a testimoniare al processo, sulla mia denuncia si è basato l’impianto accusatorio. E ora? Eccomi di nuovo in balìa di questa gente”.

LO CHEF SICILIANO PROTAGONISTA DE LA PROVA DEL CUOCO IN PERICOLO SENZA SCORTA

Minacce e intimidazioni ma lui non si è mai piegato, ha fatto ciò che dovrebbero fare tutti ma è rimasto solo per aver fatto il suo dovere: “E tu Stato che fai? Mi togli la scorta? – prosegue Natale Giunta – E solo ora, dopo che mi sono appellato al comandante provinciale dell’Arma a Palermo, mi vieni a dire che potrò contare su un servizio di tutela a chiamata? Sì, proprio così. Quando vorrò uscire a bordo della mia auto potrò chiamare in sala operativa e avere, a seconda delle disponibilità, una volante della polizia o una macchina dei carabinieri che mi segue lungo il tragitto. Lo ritengo assurdo, un palliativo, oltretutto in danno al servizio quotidiano di controllo del territorio”.



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