Papa Francesco: le suore facciano attenzione all’uso dei social che non siano motivo di evasione
Papa Francesco ha pubblicato, nella Costituzione Apostolica "Vultum Dei quaerere", un messaggio alle suore di clausura riguardo i social network
Il Papa ha dato qualche dritta alle suore di clausura sull’uso dei social network. Se è vero che i social possono essere un validissimo strumento di comunicazione e di informazione è pur vero che va fatto un uso prudente, soprattutto se ad utilizzarlo sono delle suore di clausura. Le suore di clausura come ben sappiamo sono a servizio della preghiera, della contemplazione e vivono lontano dalle cose del mondo per una scelta di vita. Adesso con l’arrivo di Facebook e non solo potrebbero distrarsi e cercare altro che le faccia distogliere da quella che è la loro vera vocazione.
I social Network non devono essere per le suore di clausura, dice il Papa, occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, nè ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione.
Papa Francesco ha pubblicato nella Costituzione Apostolica “Vultum Dei quaerere”, questa raccomandazione alle suore dove vuole ricordare i pericoli che l’utilizzo del web e dei social media può portare alla vocazione. Ecco cosa ha scritto il pontefice, che sappiamo utilizza i social per trasmettere i suoi messaggi e le sue foto – “Nella nostra società – dice Francesco – la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione – continua il Papa – ma vi esorto a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessari”.
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Papa Francesco non si limita mai a dare dei suggerimenti importanti, ed è sempre molto attento a quello che succede nel mondo. Un Papa che è in evoluzione con il mondo e non si stanca mai di incoraggiare, correggere e anche ammonire chi non è coerente con la fede che professa.