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Le catene di preghiera su WhatsApp, meglio non inviarle più

Ogni giorno riceviamo catene religiose su whatsapp, ecco i motivi per non cadere in queste pratiche non di fede ma di superstizione

Vi è mai capitato di ricevere delle richieste di preghiera su Whatsapp per persone molto malate oppure per la pace nel mondo, o per le varie guerre o altro? Queste si chiamano “catene di preghiera” che non hanno nulla a che vedere con la fede cristiana. E’ tutt’altro. Vogliamo quindi mettervi in guardia e farvi capire il perché non dovreste condividere o copiare e incollare queste “catene religiose” che arrivano continuamente sui nostri smartphone, su WhatsApp. La prima cosa che dobbiamo comprendere è saper distinguere un’intenzione reale e concreta da una fasulla. Se ci fate caso o se vi è mai pervenuta di solito minacciano qualcosa se non si fa quella determinata preghiera.

Questo già vi deve far pensare molto. Dovreste pertanto evitare di girarle e diffondere, quando in primo luogo garantiscono disgrazia a chi non le segue o le interrompe e questo non è certo quello che la vera preghiera fatta con il cuore trasmette. La preghiera porta pace e non certo ansia. La preghiera nasce dal cuore e non per un comando.

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In secondo luogo, queste catene ingannano perché obbligano la gente a fare un cattivo uso della preghiera. Collegare disgrazia, condanna o premio a una catena di preghiera non è conforme agli insegnamenti della Chiesa cattolica. Se preghi ottieni questo se non lo fai ti succederà questo… Non funziona proprio così. Queste catene di preghiera possono definirsi superstizione e non altro. La preghiera non è una pratica magica. Ogni superstizione è un serio problema perché fa credere in cose che sono ridicole, rappresentando di conseguenza un’offesa a Dio perché non si ha fiducia in Lui. Ma tranquilli purtroppo l’ignoranza fa fare brutte cose ed è proprio per questo che non dobbiamo cadere in questi giochetti. Bisogna quindi dire di no a queste catene di preghiera, e nessuno si senta in colpa o nel peccato se le ignora.



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2 responses to “Le catene di preghiera su WhatsApp, meglio non inviarle più

  1. La giornalista pensi a far la giornalista e lasci queste questioni a chi è competente. Noi abbiamo un gruppo di preghiera e una volta al mese ci raduniamo per pregare. Ci inviamo catene di preghiera per aiutare gente in difficoltà. Che interesse avrebbe la gente a inviare catene fasulle? Si direbbe che all’articolista dispiaccia che la gente preghi. Tentazione diabolica? Forse a non centrare molto con la fede cristiana è proprio Lei, signora. Ma sa, il cornuto è il male e punta il dito (artiglio) accusatore sugli altri! ?

    1. Gentile Sig. Roberto grazie di aver letto il nostro articolo, intanto mi permetto di rispondere per specificare che l’articolo non è assolutamente offensivo per chi prega, anche io faccio parte di un gruppo di preghiera e le assicuro che non sono “dispiaciuta affatto che la gente preghi” anzi credo fortemente nel potere che questa ha, se fatta con fede. L’articolo è riferito a tutte quelle catene che non sono vere, probabilmente a lei non è mai capitato ma spesso succede che arrivano sui cellulari richieste di preghiera che subito hanno qualcosa di strano, l’invito è quello di non diffondere quelle fasulle che magari promettono cose se si prega per esempio 10 ave Marie ti accadrà questo, se non lo fai quest’altro e così via.. ecc. ma di pregare per le cose reali e che necessitano di un intervento Divino. La ringrazio per aver scelto il nostro sito. Saluti.

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