Due bimbe date in adozione strappate all’amore dei genitori affidatari, l’appello su Facebook
La lettera resa pubblica su Facebook di Tiziana Cardile e Mauro Ferri, genitori affidatari delle piccole Sabrina e Bianca
Lacera l’anima leggere la lettera aperta che Tiziana Cardile e Mauro Ferri hanno pubblicato su Facebook. Loro erano i genitori affidatari delle piccole Bianca e Sabrina, ma forse per chi dall’alto si occupa dei bambini e di dar loro una casa il termine “genitori” non vale poi così tanto. Perché le due bambine una famiglia l’avevano trovata, erano Tiziana e Mauro, era il cane Toffee che per quattro anni è cresciuto con loro, c’erano la casa, i giocattoli e le amichette che non vedranno più. La speranza di questa coppia è di riavere le loro figlie, perché il dolore di averle perse, il pensiero che loro possano soffrire distrugge. Bianca e Sabrina sono state amate e cresciute da Ferri per 4 anni ma poi separate, adottate ognuna da una famiglia.
La rabbia di Mauro e Tiziana è forte quasi quanto il dolore perché la loro famiglia è stata distrutta, e l’hanno fatto senza avviso, senza la possibilità che fossero loro due ad adottare le piccole. Il tempo era scaduto, non c’era tempo per i coniugi Ferri di avviare tutto l’iter per addottarle. Ma di che tempo si parla? Perché non li hanno avvisati, perché non c’è più tempo, perché strappare le bambine alla loro vita finalmente serena? Il testo integrale della lettera dei genitori affidatari che hanno perso Bianca e Sabrina fa capire tutto meglio di qualsiasi commento: “Bianca. Sabrina. Se state leggendo è perché ci state cercando. Vi chiedo scusa perché sto rendendo pubblico un dolore che andrebbe consumato in privato ma questo è l’unico modo che ho per sperare che un giorno Vi potremo rivedere o anche solo risentire. Mercoledì 15 Giugno 2016 i servizi sociali ci hanno chiamati per comunicarci che il giudice aveva emesso il nuovo provvedimento. Il provvedimento diceva che sareste state separate e date in adozione a due famiglie diverse e che noi non avremmo piu’ potuto ne vederVi e neppure sentirVi e non avremmo mai saputo dove sareste andate a continuare la Vs piccola, devastata vita ma questo, forse, alla data di oggi ( 22 Giugno 2016) forse già lo sapete anche Voi. Cio’ che non sapete è che Noi abbiamo tentato qualsiasi cosa per riportarVi a casa ma nulla è stato possibile. Non pensavamo potesse finire cosi’. Non pensavamo che i servizi sociali, che sicuramente da tempo avevano stabilito un nuovo progetto per Voi, ci mettessero di fronte al fatto compiuto senza darci nessuna possibilità. Ci è stato detto che non eravamo nell’elenco delle famiglie adottive che erano in possesso dei requisiti adeguati; che anche noi probabilmente avevamo tutti i requisiti ma che dovevamo essere “valutati” e questo richiedeva tempo e tempo non ce n’era piu’ . Che l’avervi avute in affido per 4 anni durante i quali avevamo imparato ad amarci e ad essere una bella famiglia non aveva alcun valore. Che tutta la documentazione prodotta nell’arco di cinque anni da psichiatri, psicologi, assistenti sociali, periti del giudice che riguardava me e papà non poteva essere trasferita dall’ufficio affidi all’ufficio adozioni in modo da sveltire la “valutazione”. Perché non si puo’, non si puo’ e così sia. Siamo tornati a casa sconfitti, non ci è permesso neppure darvi le vs cose, giocattoli e foto, soprattutto le foto, la nostra vita insieme. Ci è stato detto di fare due pacchi separati uno per Te Bianca e uno per Te Sabrina. Come se la vita delle persone si potesse dividere e riporre dentro a delle scatole da consegnare separatamente. Oggi Bianca ho acceso il tuo cellulare, hai piu’ di 500 messaggi delle tue amiche. Io e Papà Vi vogliamo dire che Vi vogliamo bene, ma questo l’avete sempre saputo. Quello che dovete ricordare sempre è che se un giorno ci cercherete, noi non potremo farlo perché i Vs cognomi cambieranno, saremo qui ad aspettarvi, che la casa dove avete vissuto sarà per sempre la vostra casa e che ancora speriamo che Toffee con la quale siete state cucciole insieme possa mantenere la promessa di essere, un giorno, un vecchio cane che accompagna due meravigliose e coraggiose giovani guerriere a discutere la tesi di laurea. Mamma e Papà”.