Morta a 14 anni folgorata dal suo smartphone, stava facendo il bagno
A Mosca una ragazzina di 14 anni è morta nella vasca da bagno di casa sua nel tentativo di caricare il suo cellulare
Non è la prima tragedia che capita per l’uso improprio dei cellulari e questa volta a trovare la morte è stata una ragazzina di 14 anni di Mosca. E’ morta perché voleva caricare il suo cellulare ma non ha pensato al pericolo; prima andare a letto voleva fare il bagno ma lo smartphone trovato a pochi centimetri dalla vasca, il caricatore in acqua e le bruciature sul corpo spiegavano già da sole cosa era accaduto. L’autopsia ha poi stabilito che la ragazza è morta per una forte scarica elettrica che le ha fermato il cuore. Voleva caricare il suo telefono ma non era quello il momento per farlo, è morta in pochi istanti fulminata nella sua casa di Mosca.
La madre preoccupata nel non vederla uscire dal bagno ha provato a chiamarla e non ricevendo risposta con l’aiuto dell’altro figlio ha sfondato la porta. L’hanno trovato immobile nella vasca, il caricatore immerso nell’acqua, il cellulare poco distante e sul corpo segni di bruciature. Non è la prima volta che il cellulare diventa un killer. Un anno fa una giovane donna di 24 fu trovata morta nella casa che divideva con altre due ragazze a Mosca: il suo Iphone era collegato alla presa elettrica e le cadde in acqua mentre faceva il bagno. Anche una ragazzina di 16 anni più o meno nello stesso periodo fu vittima del telefonino in carica mentre era sotto la doccia. L’utilizzo continuo dei cellulari porta forse alla distrazione, al peccare di superficialità , al non soffermarsi sul pericolo della corrente elettrica quando i telefoni vengono utilizzati in bagno. In tanti ricorderanno anche il caso di una studentessa cinese di 18 anni che nell’agosto del 2014 morì nel suo letto: il suo Iphone 4S era stato collegato ad un carica batterie non originale; il suo corpo fu scoperto dalla sorella che tornando a casa aveva sentito un forte odore di bruciato.
Va fare la pedicure in un salone e finisce in ospedale – qui la foto