Controllo a distanza sui lavoratori grazie alle nuove tecnologie: la Cgil si infuria
Nuove tecnologie consentiranno alle aziende di monitorare i loro dipendenti, secondo quanto affermato dal Jobs Act che ha modificato l'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori: ma la Cgil grida allo scandalo e tira in ballo lo spionaggio...
E’ proprio un momentaccio per i sindacati, mai impegnati come in questo momento a tutelare i lavoratori. Parallelamente alla Riforma Pensioni, ecco che è motivo di discussione anche la modifica dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori avvenuta attraverso il decreto attuativo del Jobs Act. Cosa cambia? Cambia che adesso i lavoratori potranno essere controllati anche a distanza attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e strumenti specifici che consentiranno di monitorare le persone nelle ore di lavoro. Una modifica, quella imposta dal Governo Renzi, che ha mandato su tutte le furie la Cgil che ha subito gridato allo scandalo, tirando in ballo lo spionaggio.
Stefano Zanero, ricercatore di ruolo del Politecnico di Milano e esperto del settore, ha spiegato quali saranno le nuove tecnologie messe a disposizione delle aziende per controllare i lavoratori anche a distanza. Non si tratterà di mezzi invasivi, le aziende potranno utilizzare soluzioni MDM (Mobile Device Management) per il controllo da remoto, attraverso file di log, un registro di navigazione.
Insomma secondo l’esperto di informatica non si andrà a ledere la privacy dei lavoratori ma la tecnologia sarà utilizzata solo ed esclusivamente per il suo scopo più intrinseco, ovvero quello di accertarsi che con gli strumenti dati dalle aziende ai dipendenti vengano portati avanti gli ordini richiesti. Continua Zanero: Se io azienda fornisco uno strumento al lavoratore, ad esempio un pc, e questo lo utilizza per scaricare materiale illegale, la cosa mi mette legittimamente in pericolo. I dati sul mezzo in uso al dipendente saranno accessibili ex post alle autorità giudiziarie, a tutela del lavoratore e dell’azienda in caso di attività investigative.
► PETIZIONE CONTRO FACEBOOK-WHATSAPP: PRIVACY MINACCIATA
Ma nonostante la spiegazione di Stefano Zanero, la Cgil non pare essere convinta e continua a gridare allo scandalo, puntando il dito contro il tentativo di invadere la privacy dei dipendenti di azienda, impossibilitati a compiere qualsiasi azione senza essere controllati…