Tamasin Day-Lewis Language of food helps us all travel well: la traduzione per la seconda prova
Scelto per la seconda prova di inglese al turistico: Tamasin Day-Lewis Language of food helps us all travel well un articolo di giornale. Ecco la traduzione integrale
Di Tamasin Day-Lewis Language of food helps us all travel well tratto un articolo del Telegraph è il testo della seconda prova in lingua inglese che gli studenti dell’istituto tecnico settore turismo hanno dovuto tradurre per questo esame di maturità. Un testo abbastanza semplice da tradurre che non si è dimostrato essere particolarmente ostico. Arriva come sempre dal web la traduzione di questa seconda prova in lingua inglese.
INIZIAMO DAL TESTO ORIGINARIO IN LINGUA INGLESE
As part of the Life Well Travelled series, chef and food writer Tamasin Day-Lewis talks about her thrill at finding a common language ‘inside very different worlds’
I managed to get to the age of 19 having only travelled abroad once, to Paris, to a friend of my parents’ for a couple of weeks, with a weekend in the country where I duly fell under the spell of the older son. He took no notice whatsoever, but the younger son fell under the spell of the gawky, silent, teenage guest. I didn’t open my mouth. The words wouldn’t come out. Everyone spoke so fast, I barely understood a word.
All our family holidays were spent in the west of Ireland, which wasn’t considered “abroad” since my father was Irish and nothing felt weird, different, incomprehensible, foreign.
I seem to have been making up for this wholly un-cosmopolitan, unsophisticated start in life ever since and at some stage I lost the fear of arriving in an unknown city alone, with a film crew or with friends or family, even if I didn’t speak a word of the language.
As a documentary maker, and later as a writer, I have been lucky enough to see many of the places I have travelled to all over the world while researching, interviewing, filming, taking notes about the place, the food and the country for work. This has engrained in me a love, a thrill, at stepping inside the very different worlds I have encountered neither quite as a tourist nor as a disinterested observer.
ECCO LA TRADUZIONE
Sono riuscita ad arrivare all’età di 19 anni avendo viaggiato all’estero solo una volta, a Parigi, con un amico dei miei genitori per un paio di settimane, con un fine settimana nel paese in cui mi sentivo come se fossi sotto l’incantesimo del figlio maggiore.
Lui ha preso senza alcun avviso, ma il figlio più giovane è finito sotto l’incantesimo del goffo, silenzioso, giovane ospite, Io non ho aperto bocca. Non riuscivo a parlare. Tutti parlavano velocemente, io invece raramente capivo qualche parola.
Mi sembrava di essere stato per questo completamente anti cosmopolita, non sofisticato nella vita fino ad allora e ad un certo punto ho deciso che non avrei avuto paura di recarmi in una città così grande anche se non conoscevo una sola parola di quella lingua.
Come un documentarista, e poi come uno scrittore, sono stato abbastanza fortunato da vedere molti dei posti in cui ho viaggiato in tutto il mondo mentre ricercavo, intervistavo, filmavo, prendevo appunti sul posto, il cibo, il paese per lavoro.
Ciò ha radicato in me un amore, un brivido, a rafforzare all’interno di differenti mondi che ho incontrato non molto come turista n’è come osservatore disinteressato.
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