Varese, vivono sui cipressi per impedire che il Comune li abbatta
Da giovedì un giovane vive su un cipresso a Varese per impedirne l'abbattimento. A lui si è aggiunto un altro manifestante. Ecco le loro ragioni
E’ una testimonianza che fa riflettere quella di due giovani ecologisti che a Varese vivono sui cipressi per evitare che il Comune proceda con l’ordinanza di abbattimento nei giardini estensi. Ad iniziare la protesta giovedì è stato Michele Forzinetti, 27 anni: si è arrampicato a dieci metri di altezza promettendo “Non scendo da qui almeno fino al prossimo consiglio comunale“.
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Domenica si è aggiunto a lui un compagno d’avventura: si tratta di un ragazzo di 19 anni. Forzinetti continua a ricevere decine di messaggi di solidarietà sui Social Network. I due rivolgono l’invito a chiunque voglia seguirli: “Per chi vuole, c’è posto”. Al momento infatti ci sono ancora 14 alberi da occupare: sono in tutto 16 quelli a rischio. Dopo aver documentato con foto su Facebook la sua impresa personale, Forzinetti ha ora deciso di non parlare più: “Le mie ragioni ormai le conoscono tutti, adesso aspettiamo quali sono le decisioni che prenderà il Consiglio comunale“. Il giovane ha iniziato anche lo sciopero della fame.
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E la sua protesta non è passata inosservata. Ieri sera sotto il cipresso si è presentato anche l’assessore alla Sostenibilità e Tutela Ambientale del Comune di Varese, Stefano Clerici, promotore del progetto di abbattimento degli alberi incriminati. Ma, a quanto pare, il confronto tra le due parti non è stato costruttivo. Farzinetti infatti ha raccontato che “E’ stato come parlare con un muro di gomma“, ha detto Forzinetti. Lui intanto se ne resta lì, sugli alberi. Fino a quando si chiede la gente? Riuscirà nel suo obiettivo di evitare l’abbattimento degli alberi? Lui sostiene che non sono piante malate e che la loro unica “colpa” è di non essere autoctone. La sua storia, e quella del 19enne che si è unito a lui, sta facendo velocemente il giro del web dividendo l’opinione pubblica.
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