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I Google Glass arrivano in sala operatoria: eseguito il primo intervento chirurgico

I Google Glass approdano nuovamente in sala operatoria, ma questa volta per utilizzare nuovi funzioni. Con essi è stato eseguito il primo intervento chirurgico

I Google Glass si stanno diffondendo sempre di più e ora arrivano anche in sala operatoria: è stato eseguito il primo intervento chirurgico con il loro ausilio. Il primo intervento in cui un chirurgo ha utilizzato i Google Glass risale allo scorso novembre. Alla University of Alabama di Birmingham, è stato eseguito un intervento a una spalla con gli occhialini prodotti dal colosso di Mountan View. Ora si stanno diffondendo perché pare che il loro utilizzo in sala operatoria abbia avuto successo. La possibilità di “guidare” il chirurgo a distanza osservando quello che sta facendo significa poter avere sempre sotto controllo tutti i parametri vitali del paziente. Innovazioni importanti e utili al punto che è nata una azienda specializzata nel far visualizzare sempre più dati durante gli interventi evitando al chirurgo di distrarsi per controllarli. Per questo motivo i Google Glass si stanno diffondendo dopo che è stato eseguito il primo intervento chirurgico servendosi di essi. VitalMedicals, questo il nome dell’azienda, ha già realizzato un’app disposta a tale scopo. Il prossimo passo sarà permettere al chirurgo di visualizzare tramite comandi vocali le immagini di radiografie e altri test pre-operatori, insieme a quelle degli strumenti come ultrasuoni ed ecografie. Poter tenere sotto controllo e richiamare tutti questi dati senza usare le mani potrebbe rappresentare il futuro della chirurgia. Oltre a una maggiore pulizia, sarà possibile avere a disposizione tutti i dati necessari nel minor tempo possibile: quando si tratta di prendere decisioni alla svelta, è sicuramente l’aiuto migliore. Tuttavia, prima che i Google Glass ottengano una diffusione su larga scala, devono essere risolti alcuni problemi tecnici. Il primo riguarda la privacy: test e immagini non devono far risalire all’identità del paziente; e poi il dispositivo va protetto da eventuali interferenze esterne, quali hacker. Il primo traguardo è stato raggiunto e il loro utilizzo in sala operatoria è risultato d’aiuto per il medico di turno. Pare che già siano stati sperimentati gli occhialini per altri tipi di interventi, antecedenti a novembre. Quest’ultimo è stato un’ulteriore conferma e ha permesso di sviluppare nuove funzioni rispetto al precedente.



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