La scrittura su Facebook rispecchia la nostra personalità
Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei. La scrittura su Facebook rispecchia la nostra personalità. Ecco i risultati di una ricerca americana
Nel libro “Diary”, Chuck Palahniuk affermava che ogni cosa che facciamo è un autoritratto. Ebbene, stando al suo saggio ragionamento anche scrivere su Facebook rispecchia la nostra personalità. Ogni parola, anche se usata inconsciamente, riflette il nostro carattere e il nostro umore. Se su Facebook scrivete spesso parole come “party”, “vacanza” o “sport”, ciò fa di voi persone estroverse e socievoli. Se abbreviate le parole, allora forse avete qualche difficoltà di relazione. Oppure, semplicemente ciò può denotare che state di fretta o in quel momento non desiderate parlare con quella determinata persona o una poca abitudine a scrivere. A tracciare l’identikit degli utenti di Facebook è stato un gruppo di esperti nel linguaggio e in particolare nella Differential Language Analisys (DLA): la scelta di parole, vocaboli o linguaggi in relazione alla propria personalità. Quindi, dopo aver passato al vaglio i commenti, i post e tutto ciò che riguardava le bacheche di 75 mila utenti diversi di Facebook, i ricercatori sono arrivati a sentenziare che la scrittura sul social network rispecchia la nostra personalità. Hanno così messo a punto una serie di tratti comuni tra persone per arrivare a capire alcune caratteristiche del loro carattere. Nel caso di un estroverso c’è un maggior uso di vocaboli che indicano condivisione di esperienze (anche tramite le foto), mentre gli introversi useranno con maggior frequenza parole come “anime”, “lettura”, “cinema”: tutto ciò che riguarda le passioni da praticare prevalentemente da soli. I ricercatori di PLOS hanno passato in rassegna circa 700 milioni di parole, 15 milioni di messaggi privati e 19 milioni di status da parte di utenti Facebook. Inoltre, hanno stabilito (come era facile immaginare) che emoticon e slang siano più usati dai giovani utenti. Così come i temi degli argomenti: vince “la scuola” nei più giovani e “il lavoro” nei più grandi. Gli esperti hanno analizzato anche le differenze tra i sessi. Se la donna usa più spesso la prima persona singolare e fa ricorso alla sfera emozionale, gli uomini sono più portati a entrare nella discussione. I maschi hanno una maggior propensione al ricorso agli aggettivi possessivi, come era prevedibile. Guardare come scriviamo può essere utile anche per una riflessione su di sé. La ricerca è stata condotta negli Stati Uniti, ma può essere facilmente generalizzata. Scrivere sul più famoso social network al mondo rispecchia la nostra personalità. Dunque, attenzione a come scrivete se non volete esporre inconsciamente chi siete.