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Francia, paga 5 euro un divano Ikea che ne costa 449

In Francia, una donna prova a pagare solo 5 euro per un divano che ne costa 449. Il trucco viene scoperto e la donna arrestata

Arriva dalla Francia una bizzarra storia. Una donna paga 5 euro un divano dell’Ikea che ne costa 449 e viene arrestata. La donna ha preteso di pagare un divano a cui aveva messo gli occhi addosso a una cifra molto inferiore rispetto quella decisa dal noto marchio svedese. All’Ikea di Henin-Beaumont, cittadina di poco più di 26mila abitanti all’estremo Nord della Francia, una 20enne ha cercato di comprare per 5,30 euro un divano che ne costa 449 euro. Dopo aver passato alla cassa automatica il codice a barre di un vaso di fiori, la giovane è stata fermata dalla sicurezza del punto di vendita dell’Ikea e arrestata. La donna ha dunque fatto passare come se avesse acquistato un semplice vaso da fiori, ma in realtà stava “regolarmente” comprando un divano. Lo strano episodio è avvenuto nel pomeriggio del 1 Ottobre La donna ha provato poco tempo prima a fare lo stesso trucco con un altro divano del prezzo di 99 euro. Nella precedente occasione è stata “beccata” e ha pagato con un giorno di carcere. Essendo recidiva,  dovrà ora comparire in Tribunale il prossimo 4 marzo. Il trucco di quella che non può essere certo definita una ladra furba non ha funzionato per ben due volte. L’Ikea è stata oggetto di furti anche in Italia. Un anno e mezzo fa tre donne hanno tentato di rubare lenzuola, copri piumini, asciugamani, coperte, accessori per la cucina e tappeti persiani per un valore di circa 2500 euro. Per trasportare il materiale a casa, le donne hanno utilizzato un’enorme scatola di cartone vuota per l’imballaggio di divani. Sono state però fermate anche loro dalla sicurezza del centro commerciale. Le storie qui narrate dimostrano l’efficacia dei controlli del noto marchio svedese che vende mobili da tempo. In Francia, la donna ha cercato di portarsi a casa un divano Ikea di 449 euro con soli 5 euro, senza riuscirci. La donna è stata arrestata e l’episodio è stato usato come monito dall’azienda per eventuali futuri truffatori.



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