Bocciato in prima elementare: la scuola non ha i soldi per il sostegno
Un bambino di sei anni è stato bocciato in prima elementare, poichè la scuola non poteva permettersi un insegnante di sostegno a causa della spending review
Un bambino di sei anni è stato bocciato in prima elementare. Una notizia così non facile sentirla, ma è ciò che è accaduto in un comprensorio a Venezia, dove il bambino è rimasto indietro negli studi, a causa della mancanza di un insegnante di sostegno, che l’istituto non poteva permettersi dopo la spending review attuata dal governo.
Nel veneziano un bambino di sei anni è stato bocciato in prima elementare. La sua maestra, unica per tutte le materie, non è riuscita a seguirlo per dargli l’opportunità di recuperare terreno sui programmi e ha deciso di fargli ripetere il primo anno di scuola. I problemi per il bambino erano sorti dopo il divorzio dei genitori, che gli ha minato la sua integrità psichica. Gli effetti del divorzio avevano causato nel piccolo una serie di disturbi della concentrazione, la difficoltà nel socializzare con i compagni di classe e problemi di apprendimento in generale. Per questo tipo di lievi disturbi, che stavano lasciando indietro il bambino rispetto normale andamento didattico che la sua classe stava svolgendo, hanno reso necessario l’intervento di un insegnante di sostegno, che lo avrebbe aiutato a recuperare intervenendo singolarmente su di lui, aiutandolo sia nelle materie di studio che nel recupero del rapporto con gli altri bambini. La spending review (firmata dall’ex ministro Mariastella Gelmini) però, con la sua dose di tagli soprattutto all’istruzione, ha reso impossibile per la scuola l’assunzione di un insegnante di sostegno per il bambino. Per questo motivo la sua maestra ha deciso di bocciarlo, per dargli modo di ricominciare da capo il prossimo anno, con più calma e una nuova classe. La notizia ha immediatamente fatto il giro delle testate, lasciando un senso di tristezza inevitabile dopo un avvenimento di questo tipo. Giancarlo Cavinato, il dirigente scolastico ha dichiarato che in passato la bocciatura non era necessaria, perchè c’era la possibilità di seguire soluzioni alternative, ma “Adesso, di fronte alle sempre più frequenti situazioni di deprivazione socio-culturale non ci sono più sufficienti margini di manovra e il risultato è che a pagare purtroppo è un bambino di sei anni”.
qui non colpa dei tagli alla scuola , qui sono i genitori che anche se hanno divorziato hanno abbandonato il bambino…se avessero voluto aiutarlo lo avrebbero portato da uno psicologo e a venezia ce ne sono di bravi con i bimbi e poi con delle ripetizioni si sarebbe potuto salvare l’anno…è uno schifo povero bimbo