Gli essere umani tra 100mila anni: ecco come saranno
Una ricerca fatta in America cerca di stabilire come sarà il volto dell’uomo del futuro. I nostri volti fra 100 mila anni avranno occhi e fronte di notevoli dimensioni
Alan Kwan, ricercatore in genomica computazionale alla Washington University, ha svolto uno studio per mostrare come saranno i nostri volti tra 100 mila anni. Stando ai risultati della ricerca, il volto umano vedrà gli occhi e il cranio aumentare di dimensioni fino a 3 volte le attuali. I nostri occhi diventeranno così come quelli di un personaggio di un manga giapponese e i nostri crani come quelli di un alieno. Con il crescere delle dimensioni del nostro cervello, infatti, dovrebbe espandersi anche la fronte. L’uomo colonizzerà paesi lontani dal sole e ciò comporterà nuove funzionalità visive. Gli occhi, oltre a diventare più grandi, svilupperanno membrane laterali con lo scopo di proteggerci dai raggi cosmici. La pelle diventerà più pigmentata per alleggerire i danni dei raggi UV. Per contrastare gli effetti gravitazionali, le palpebre diverranno più spesse e le sopracciglia più folte. Aumenteranno anche le dimensioni delle narici per facilitare la respirazione fuori dal pianeta terra. L’ultimo e più inquietante effetto è quello che darà la possibilità ai genitori di scegliere la composizione genetica dei propri figli. Sarà così possibile decidere in anticipo il colore degli occhi e dei capelli. Kwan ha mostrato le differenze nel tempo. La metamorfosi avverrà gradualmente: nei primi ventimila anni l’aumento delle dimensioni sarà lieve, poi aumenterà dopo i 60 mila anni e finirà la sua evoluzione dopo i 100 mila anni. Così come i cambiamenti che ci hanno colpito sono dovuti a un adattamento all’ambiente, la ricerca afferma che queste saranno le conseguenze di un adattamento alle novità tecnologiche e alle supposte conquiste spaziali. L’artista e ricercatore Nickolay Lamm, dopo aver parlato con Kwan, ha provato a riportare su carta il volto dell’uomo del futuro. Molti sono scettici sui risultati di questa ricerca e i commenti ironici circolati sul web ne sono la conferma. Ma è bene sottolineare che quelle di Kwan sono solo ipotesi.