Profilo Facebook: troppa cura rende stupidi
I risultati di alcune ricerche dell'Università del Wisconsin Catalina L.Toma attestano che la troppa attenzione nei confronti del proprio profilo Facebook riduce l'attitudine degli utenti nelle altre attività
Troppa autostima su Facebook rende stupidi. È questo l’esito di una ricerca pubblicata sull’ultimo numero della rivista Media Psychology. La ricerca si è occupata di analizzare nel dettaglio l’eccessivo narcisismo degli utenti iscritti al social network. Sembra che chi passi troppo tempo nel gestire l’aspetto estetico del proprio profilo virtuale, non riuscirebbe a concludere lo svolgimento di attività cognitive richiedenti un certo impegno. La cura del profilo Facebook, in realtà, è una sorta di contro-teoria psicologica dell’autostima studiata dallo psicologo Claude Steel nel 1988. Secondo tale teoria, infatti, qualsiasi attività mirata a incrementare la stima che un individuo ha di se stesso, dovrebbe influire positivamente nell’esecuzione delle sue performance successive, poiché risulterebbe vero che il troppo narcisismo riduce lo stress.
La professoressa dell’Università del Wisconsin Catalina L. Toma, nell’approfondire meglio la questione, riferisce che l’uso del social network in questione potrebbe provocare una diminuzione delle motivazioni nei suoi utenti. In altri termini, gli iscritti a Facebook non sarebbero interessati più di tanto ad affermare la propria persona in altre attività. È una sorta di lavoro il loro: quello modificare continuamente informazioni che porterebbero al perfezionamento della propria immagine. Gli utenti preferiscono, quindi, avere successo nel mondo virtuale, piuttosto che applicarsi in qualcosa di più reale, e sicuramente più soddisfacente. Un altro recente studio è quello pubblicato da Media Psychology. Si tratta di un’altra ricerca molto interessante legata sempre allo studio sugli utenti di Facebook.
Il Pew Research Center, società statunitense che si occupa dei trend in evoluzione negli USA, ha attestato che qualche settimana fa, si è modificato di gran lunga l’atteggiamento soprattutto degli utenti più giovani: il 57% di loro è molto più attento alla pubblicazione di foto o informazioni “scomode” che possano influenzare in qualche modo sulla loro vita sociale o lavorativa. Al contrario, è in aumento il numero di persone premurose nell’inserire tra le informazioni del proprio profilo personale l’indirizzo dell’abitazione, e-mail e numero di cellulare.