Il Bancomat e le più grandi truffe: come evitarle
Le truffe legate ai bancomat sono uno degli spauracchi della società moderna, ecco sintetizzate alcune delle principali e soprattutto i modi che vengono quotidianamente elaborati per combatterle
La sfida fra truffatore e sistema di sicurezza è, come tutti ben sanno, una lotta che è cominciata da che l’uomo ha iniziato a servirsi del denaro e che probabilmente non finirà mai; si tratta in fondo del continuo rincorrersi fra chi cerca di progettare un sistema di sicurezza a prova di malintenzionato e chi studia modi sempre nuovi di aggirarli. Questo è evidente se ci si sofferma a considerare l’evoluzione dei bancomat, ad oggi uno dei bersagli preferiti di un gran numero di malintenzionati, rapinatori e soprattutto truffatori: tutti oramai dobbiamo convivere bene o male con il timore di vederci clonata una tessera magnetica e che qualcuno attinga senza fatica ai nostri sudati risparmi; man mano che vengono elaborati nuovi sistemi di difesa i malintenzionati studiano nuovi modi per aggirarli, basti pensare a due casi separati eppure simili in cui alcuni truffatori hanno rapinato da una parte più di 13 milioni di dollari e dall’altre oltre 34 milioni di euro semplicemente violando migliaia di account. Le risposta a questa minaccia sono molteplici, a partire dall’idea dell’americano Ziegler di inserire un dispositivo che avrebbe messo in allarme la polizia in caso si fosse digitato il PIN a rovescio, scongiurando prelievi forzati; si è ipotizzato, ed è ancora in via di valutazione, persino di inserire sistemi di riconoscimento di tipo biometrica agli sportelli automatici. Spesso poi sono gli stessi malviventi che, convertitisi, lavorano per contrastare i loro ex colleghi, un esempio eclatante è quello di Valentin Boanta, un romeno che era considerato il mago degli skimmer, dispositivi quasi invisibili che applicati alla fessura del bancomat consentono di clonare la tessera magnetica e che, dopo aver scontato la sua pena ha studiato un semplice dispositivo che, con una rotazione della carta all’inserimento, rende inutili quelli che erano i suoi strumenti del mestiere.