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Rientro a scuola tra critiche e proteste di insegnanti e studenti

La scuola è ricominciata da qualche giorno e già ci sono le prime proteste attive, oltre alle mille critiche rivolte al Ministro Gelmini e alla finanziaria, non solo da parte degli insegnanti, ma anche dagli studenti. Sicuramente non è bello entrare nell’aula che gli alunni frequenteranno, non sono adeguate, sicuramente la maggior parte degli edifici […]

La scuola è ricominciata da qualche giorno e già ci sono le prime proteste attive, oltre alle mille critiche rivolte al Ministro Gelmini e alla finanziaria, non solo da parte degli insegnanti, ma anche dagli studenti.

Sicuramente non è bello entrare nell’aula che gli alunni frequenteranno, non sono adeguate, sicuramente la maggior parte degli edifici non è a norma e come spiegare la mancanza di sedie e banchi? Oppure accontentarsi di arredi fatiscenti, tenuti alla buona da insegnanti e studenti volenterosi, che provvedono personalmente alla riparazione di quello che possono all’interno dell’aula?

È questo che gli studenti hanno visto entrando o rientrando a scuola dopo le vacanze estive. Riprendere lo studio all’interno di un istituto che ha carenze strutturali.

Che dire poi di quegli studenti degli istituti tecnici che devono utilizzare degli strumenti o dei materiali per poter fare le loro lezioni, o come gli studenti degli istituti d’arte che dovrebbero trovare all’interno della scuola il materiale che serve loro per apprendere le tecniche di manipolazione o disegno, invece si ritrovano a scuola senza materiali essenziali per la loro istruzione, perché mancano i fondi.

A questo si aggiungono anche le difficoltà di avere degli insegnanti di ruolo. Appena cominciata la scuola, infatti, molti studenti si sono ritrovati ad avere dei buchi nelle ore di lezioni, perché non sono stati assegnati ancora tutti i posti disponibili per gli incarichi annuali.

C’è molta incertezza all’interno della scuola come istituzione, oltre al caos che sembra una nota fissa in questo periodo. Per esempio, un’insegnante di scuola primaria, ha ricevuto l’incarico in una scuola superiore, ma all’Ufficio Scolastico Regionale, risulta ancora in ruolo alla scuola primaria, questo fa si che mentre alle superiori il posto è occupato, alla primaria c’è una classe scoperta che non appare nemmeno nelle liste per un’eventuale incarico.

Difficile districarsi in questa politica scolastica che si ripercuote sugli studenti. Chi, infatti, subisce la “pena” maggiore, sono gli scolari della primaria, che adesso stanno andando a scuola senza trovare in classe l’insegnante e subiscono la presenza di tappabuchi del personale in attivo.

I tagli alla scuola rendono la stessa un luogo difficile da vivere anche se è proprio nella scuola che si dovrebbe investire maggiormente, perché formativa per i cittadini di domani.

Penso che questo sia uno degli esempi più significativi sulla necessità di armarsi di pazienza da parte di insegnanti e alunni., di cui ho accennato nell’articolo precedente.

Pazienza nell’essere sia da una parte che dall’altra. E a dire il vero, credo che gli studenti siano quelli che di pazienza ne devono avere di più, perché si ritrovano a dover subire gli eventi senza poterli risolvere, ma avendo come unica possibilità, la protesta.

Teresa Corrado

Se volete consigli e chiarimenti, potete scrivere a info@ultimenotizieflash.com, una docente è a vostra disposizione per aiutarvi a districarvi nel “duro” mondo della scuola.

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