Quando si usa la farina forte e quando la farina debole?
La differenza tra farina debole e farina forte, per quali preparazioni si usa l'una o l'altra e come si misura la forza della farina
Farina forte o farine debole? Per ottenere impasti perfetti dobbiamo conoscere le differenze e scegliere quella giusta. E’ fondamentale in cucina, soprattutto per chi si dedica alla panificazione, alla pasticceria e alla preparazione di prodotti da forno.
Il tipo di farina utilizzato influisce significativamente sul risultato finale. La farina forte si usa negli impasti che richiedono una lievitazione lunga o che devono supportare un’elevata quantità di ingredienti ricchi (grassi, zuccheri, uova). La farina debole si usa in quegli impasti che non necessitano di una lunga lievitazione o di una struttura molto resistente.
Quando si usa la farina forte
La farina forte contiene un alto contenuto di glutine. Questa caratteristica consente di sviluppare una maglia glutinica robusta, capace di trattenere i gas prodotti dalla lievitazione, garantendo così una struttura stabile e un risultato finale soffice e ben alveolato. Si usa nelle:
Lievitazioni lunghe e lente:
Pane con lievito madre
Baguette
Panettone, pandoro e colomba
Brioche e croissant
Impasti ricchi di grassi e zuccheri:
Pasta brioche
Focacce dolci
Torte lievitate come il babà
Pasta fresca speciale:
Quando si vuole ottenere una pasta più elastica e resistente, ad esempio per ripieni ricchi.
Pizze e focacce:
Per pizze a lunga lievitazione (48 ore o più)
Per focacce alte e morbide, come la focaccia genovese o pugliese
La forza della farina si misura con il valore W
Farina debole (W 90-160): adatta per biscotti, crostate, e dolci friabili.
Farina media (W 180-260): ideale per pane e pizza a lievitazione breve.
Farina forte (W 280-350): perfetta per lievitazioni lunghe.
Farina manitoba (W > 350): usata per i grandi lievitati.
Quando si usa la farina debole
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La farina debole ha un contenuto di proteine basso, solitamente intorno al 7-9%, che la rende meno adatta a trattenere i gas della lievitazione prolungata, ma ideale per preparazioni leggere e friabili. Si usa per:
Biscotti: per ottenere una consistenza friabile e croccante.
Frolle (per crostate e tartellette): per una struttura delicata e burrosa.
Pan di Spagna: per un impasto soffice e arioso.
Torte soffici: come ciambelle e plumcake, dove non è necessaria una grande elasticità.
Pasta sfoglia e pasta brisée: per un risultato friabile e non elastico.
Crespelle e pastelle
Dolci senza lievitazione complessa, ad esempio, dolci che utilizzano il lievito chimico o che non necessitano di una lunga lavorazione.
Grissini e crackers per una consistenza croccante e asciutta.