Ai funerali di Gaia e Camilla la durissima omelia di don Botto: “Il senso della vita non è bere e fumarsela”
Parole molto forti dall'omelia dei funerali di Gaia e Camilla oggi a Roma
Silenzio, dolore, sgomento e lacrime. Oggi i funerali di Gaia e Camilla a Roma. Le famiglie hanno voluto che le due ragazze andassero via insieme, nel giorno dell’addio. Insieme erano quella maledetta sera quando hanno deciso di attraversare la strada tenendosi per mano, come se potessero evitare il pericolo. Gaia e Camilla stavano rientrando a casa, quando sono state travolte e uccise da un’auto. Al volante Pietro Genovese, poco più grande delle due vittime. In questo giorno di grande dolore, le parole più dure arrivano dalla Santa Messa per il funerale delle due ragazze. E’ il prete che officia la funzione nella sua omelia a usare parole molto forti, che non passano inosservate.
LE DURISSIME PAROLE DI DON BOTTO NELL’OMELIA AI FUNERALI DI GAIA E CAMILLA
“Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia“. Così ha esordito il parroco don Gianni Matteo Botto nel corso dell’omelia ai funerali di Gaia e Camilla, sottolineando “l’insensatezza di ciò che è avvenuto“.E’ difficile del resto spiegarsi come sia possibile che due ragazze di sedici anni muoiano per uno sbaglio, per una disattenzione, senza un perchè. L’omelia del sacerdote si è basata su tre parole-chiave: buio, speranza e amore, «l’amore che dà senso alla vita», ha detto.
Il sacerdote certamente in questi giorni di lutto è stato vicino alle famiglie e ha raccontato infatti alcune confidenze fatte dai parenti delle due ragazze. “Camilla aveva chiesto pochi giorni fa a pranzo con i genitori e la sorella Giorgia cosa fosse il senso della vita. Quando ti metti a guidare sbronzo o fatto è questa la vita? Mandarla in fumo? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po’ palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela“.
Nel frattempo la famiglia di Pietro Genovese fa sapere che il ragazzo quella notte non aveva fumato e non aveva assunto droga, pare infatti che le tracce nel sangue possano essere di sostanze assunte nei giorni precedenti. Per le forze dell’ordine però Pietro andava veloce, aveva bevuto e non era la prima volta che commetteva uno sbaglio al volante, per questo è stato arrestato.