Elezioni politiche 2018: quando ci sarà il nuovo governo? Ecco cosa può succedere ora
Stabilire cose succederà dopo le elezioni politiche 2018 non è facile perchè le ipotesi per il nuovo governo sono tante. Di certo ci sono solo le tappe per la nomina del Parlamento
Cosa succede dopo le elezioni politiche 2018? In queste ore i programmi dedicati alla politica e i giornali ci hanno informato, numeri alla mano, di quello che potrebbe succedere tra alleanze e non alleanze in un quadro che sembra essere parecchio complicato. Ma oltre alle parole dei politici che in queste ultime ore cercano di spiegare quello che faranno e quali saranno le loro mosse, ci sono tutte le cose tecniche che dovranno essere affrontate nelle prossime ore. Il cammino verso la formazione del nuovo Governo è iniziato: il Movimento 5 stelle, come ormai saprete, non ha raggiunto la maggioranza del 40% che gli avrebbe permesso di Governare ma allo stesso tempo le altre forze politiche hanno dei numeri molto più bassi di quelli del movimento di Di Maio.
Quale sarà quindi il quadro è ancora difficile da stabilire anche perchè non è chiaro chi ha vinto le elezioni politiche 2018 fino in fondo. Possiamo però capire, con i prossimi passi, quello che succederà dopo le elezioni e come arriveremo alla formazione di questo governo che a oggi, è ancora qualcosa di misterioso e indecifrabile.
COSA SUCCEDE DOPO LE ELEZIONI: QUANDO SARA’ ELETTO IL GOVERNO?
Meno di 20 giorni per provare a capire che cosa si può fare per Governare in Italia dopo la votazione degli italiani che hanno fatto le loro scelte. Per venerdì 23 marzo è prevista la prima convocazione di Camera e Senato per l’elezione dei rispettivi Presidenti. Al Senato solitamente i tempi sono brevi, circa due giorni: se dopo tre votazioni nessuno supera la maggioranza assoluta si va al ballottaggio tra i due più votati.
Alla Camera, invece, i tempi possono essere più lunghi: serve la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, poi la maggioranza assoluta. L’elezione dei Presidenti di Camera e Senato sarà il primo banco di prova per capire i nuovi equilibri interni al Parlamento. Entro tre giorni dalla prima seduta deputati e senatori dovranno effettuare la dichiarazione di appartenenza ad un determinato gruppo parlamentare, mentre entro il 27 marzo i gruppi parlamentari dovranno eleggere i propri presidenti. In merito a queste tempistiche ricordiamo che il dimissionario Matteo Renzi ha detto nel suo discorso, che continuerà a essere il segretario del PD fino a quando queste vicende burocratiche non saranno terminate per poi dare il suo posto a una persona scelta nel congresso. Dopo la formazione dei gruppi inizieranno le consultazioni con i rappresentati dei partiti che incontreranno Mattarella, il presidente della Repubblica, per manifestare a lui quelle che sono le intenzioni di alleanze e non alleanze e le proposte per il nuovo Governo.
LE POSSIBILITA’ DEL DOPO VOTO: QUALE GOVERNO SI POTRA’ AVERE DOPO LE ELEZIONI DEL 4 MARZO 2018?
Qual è il ruolo del presidente della Repubblica in questi casi? Il presidente della Repubblica Mattarella, come è successo anche in passato, potrebbe avere il compito di nominare una sorta di esploratore che cerchi di capire cosa sia meglio fare dopo aver parlato con i leader dei vari partiti; potrebbe esserci un pre-incarico per verificare le eventuali possibilità; il presidente della Repubblica potrebbe anche affidare un vero e proprio incarico con una persona capace di arrivare a delle alternative concrete. E per finire si potrebbe avere un incarico pieno: in questo caso l’incaricato presenta delle liste dei ministri e cerca la fiducia. Nel caso di incarico, si possono poi configurare le seguenti possibilità.
Sono diverse le possibilità di questo post voto visto che il Movimento 5 stelle non ha la maggioranza per governare e a quanto pare non avrà neppure un fido alleato
-IL GOVERNO DEL PRESIDENTE: come era già capitato con Napolitano in passato, in questo caso il presidente della Repubblica aiuta il lavoro di parti che tra di loro non hanno nulla in comune grazie alla sua autorevolezza.
-IL GOVERNO DALLE LARGHE INTESE: in questo caso collaborano tra di loro forze che non hanno nulla in comune ma che si sostengono su quelli che sembrano essere dei punti del programma da portare a termine insieme
-UN GOVERNO DI MINORANZA: in questo caso il Movimento 5 stelle potrebbe governare e allearsi di volta in volta con altre forze
-IL GOVERNO DI SCOPO: in questo caso i partiti si prefiggono uno scopo, come potrebbe essere la creazione di una nuova legge elettorale, si danno delle tempistiche e governano insieme il meno possibile per arrivare al fine
QUANTO INIZIANO LE CONSULTAZIONI? Dovremmo arrivare alla fine del mese di marzo per avere le consultazioni che dovrebbero anche durare dei giorni. La speranza è che si arrivi prima di Pasqua a avere una idea di quello che aspetta gli italiani e di quello che potrebbe essere il nuovo Governo del nostro paese.
COSA SUCCEDE IN QUESTE SETTIMANE PRIMA DEL NUOVO GOVERNO? In queste settimane continuerà a governare il premier Gentiloni.
NUOVO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: QUANDO SARA’ ELETTO E CHI SARA’
Dopo le consultazioni e le decisioni del presidente della Repubblica si arriverà alla nomina di un possibile presidente del consiglio. Nei prossimi giorni i leader politici inizieranno a fare quelle che potrebbero essere le loro proposte. Immaginiamo che il Movimento 5 stelle non prescinda da un presidente del consiglio che non sia Luigi di Maio ma è davvero presto per poter trarre delle conclusioni. Per quanto riguarda la destra e le coalizioni, al momento il nome sembra essere quello di Matteo Salvini anche se molti esperti di politica pensano che difficilmente il leader della Lega Nord possa accettare un incarico simile visto che sarebbe poi quasi impossibile governare. Più complicato immaginare quelle che potrebbero essere le mosse del Pd.
E alla fine, dopo la nomina del presidente del consiglio ci saranno i seguenti passi:
-quello di nomina del Presidente del Consiglio (controfirmato dal Presidente del Consiglio nominato, per attestare l’accettazione);
-quello di nomina dei singoli ministri (controfirmato dal Presidente del Consiglio);
-quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente (controfirmato anch’esso dal Presidente del Consiglio nominato)