Caso Emanuela Orlandi ultime notizie: il documento con le spese del Vaticano per una indagine, la Santa sede smentisce
Caso Emanuela Orlandi ultime notizie: il documento con le spese del Vaticano per una indagine, la Santa sede smentisce. Un dossier ben dettagliato dimostrerebbe come il Vaticano abbia indagato sul caso
Era il 22 giugno del 1983, Emanuela Orlandi doveva tornare a casa dopo aver fatto la sua lezione di musica. Scompare nel nulla, di lei da quel giorno non ci sono più tracce. La famiglia di Emanuela sin dalle ore successive alla scomparsa la cerca ovunque. Sono passati più di 30 anni e la scomparsa di Emanuela resta uno dei più grandi gialli italiani. Il mistero intorno alla sua scomparsa si arricchisce di un nuovo capitolo. Il giornalista Emiliano Fittipaldi ha deciso di pubblicare, e di rendere quindi nota, una serie di documenti che riguardano la scomparsa di Emanuela Orlandi. Una fonte ha consegnato al giornalista, un carteggio che porta a un dossier: il Vaticano avrebbe indagato sulla scomparsa di Emanuela, arrivando a spendere oltre 500 milioni di vecchie lire. Un resoconto ben articolato quello che Fittipaldi pubblica su Repubblica, sui social spiegando anche in modo preciso e dettagliato quale sia l’origine di questi documenti che, se fossero veri, scriverebbero una nuova inquietante pagina in questo caso. La famiglia di Emanuela continua a chiedere la verità su questa vicenda, la Santa Sede nega ancora una volta il coinvolgimento in questa storia, smentendo il racconto del giornalista e prendendo le distanze dai documenti.
IL CASO MANUELA ORLANDI: LE ULTIME NOTIZIE SUL DOSSIER DEL VATICANO CON L’INDAGINE SULLA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA
Emiliano Fittipaldi scrive dalle pagine di Repubblica:
Alla fine, al terzo appuntamento, la fonte ha ammesso di avere il dossier. “Te li do solo perché credo che sia venuto il momento di far luce sulla storia.” Al quarto incontro, avvenuto in un bar del centro di Roma, mi consegnò una cartellina verde. Me ne tornai a casa di corsa senza neanche guardarci dentro.
Appena varcata la porta del mio studio, la aprii. C’erano dei fogli: una lettera di cinque pagine, datata marzo 1998. È scritta al computer o, forse, con una telescrivente, ed è inviata (così leggo in calce) dal cardinale Lorenzo Antonetti, allora capo dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran…”Resoconto sommario delle spese sostenute dallo stato città del vaticano per le attività relative alla cittadina emanuela orlandi (roma 14 gennaio1968),”, è il titolo.
“La prefettura dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha ricevuto mandato di redigere un documento di sintesi delle prestazioni economiche resosi necessarie a sostenere le attività svolte a seguito dell’allontanamento domiciliare e delle fasi successive allo stesso della cittadina Emanuela Orlandi.
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Il documento riguarderebbe le spese che il Vaticano avrebbe sostenuto per la cittadina Emanuela Orlandi che come saprete è scomparsa . Il documento, che è stato diffuso ed è oggi su tutti i quotidiani che si occupano del caso, in modo molto specifico evidenzia tutte le spese che sono state sostenute per la Orlandi, oltre 500 milioni di vecchie lire. Un documento che, se fosse vero, aprirebbe un nuovo scenario davvero inquietante. Da anni la famiglia Orlandi chiede l’aiuto del Vaticano, chiede che ci sia una indagine approfondita per capire cosa sia accaduto. Nei documenti infatti ci sono delle voci in cui si parla delle indagini svolte all’interno del Vaticano, con le relative spese. Sarebbero dati che risalgono agli anni ’80 e che arrivano fino alla fine degli anni ’90.
“Il dossier sintetizza gli esborsi sostenuti dal Vaticano dal 1983 al 1997. La somma totale investita nella vicenda Orlandi è ingente: oltre 483 milioni, quasi mezzo miliardo di lire.
L’elenco riempie pagina due, tre, quattro e, in parte, cinque del rendiconto. La prima voce riguarda il pagamento di una “fonte investigativa presso Atelier di moda Sorelle Fontana”. La Orlandi, nell’ultima telefonata alla famiglia prima della sparizione, aveva in effetti detto che qualcuno le aveva proposto di pubblicizzare i prodotti di una marca di cosmetici, la Avon, durante una sfilata delle stiliste Fontana. Per la fonte, la Santa Sede aveva sborsato 450.000 lire. C’era un’altra spesa per la “preparazione all’attività investigativa estera” costata altre 450.000 lire, uno “spostamento” da ben 4 milioni di lire e, soprattutto, le “rette vitto e alloggio 176 Chapman Road Londra”.
Continua con queste parole la spiegazione che Fittipaldi dà nel suo approfondimento su Repubblica. Mentre la famiglia di Emanuela chiede che ci sia una maggiore limpidezza da parrte del Vaticano, che dovrà spiegare l’origine di questi documenti, dalla Santa Sede arrivano delle smentite.
Fittipaldi spiega anche i motivi per i quali ha deciso di pubblicare questo documento:
Ora ho deciso di pubblicare il documento. Avessero ragione Becciu e il cardinale Re, il documento sarebbe certamente un falso. Sarebbe importante capire allora chi sono gli impostori che l’hanno architettato, e per quali oscuri motivi la storia di una ragazza scomparsa nel 1983 venga ancora usata per ricatti e lotte intestine della città sacra. Ma se le verosimiglianze impressionanti delle note spese del dossier fossero confermate da nuovi elementi determinati, il Vaticano e i suoi alti esponenti avrebbe mentito ancora una volta. E gli impostori sarebbero loro.
LA RISPOSTA DEL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA RE
“Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi“. Lo afferma il cardinale Giovanni Battista Re, porporato che risulta tra i destinatari di un documento pubblicato dal giornalista Emiliano Fittipaldi, datato 1998, in cui si elencano spese per oltre 483 milioni di vecchie lire a seguito del l’allontanamento di Emanuela Orlandi. Il cardinale, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, all’epoca era Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Verifiche sono in corso sull’autenticita’ del carteggio.
LA FAMIGLIA DI EMANUELA CHIEDE CHE VENGA FATTA CHIAREZZA SU QUESTA VICENDA
Il legale della famiglia di Emanuela Orlandi, intervenuto oggi a Chi l’ha visto nella puntata del 18 settembre, ha affermato che la famiglia vuole delle risposte che non devono arrivare per mezzo stampa, ci vuole chiarezza su questi documenti. Non si ha la certezza della loro autenticità, ma se fossero falsi sorge una domanda: perchè ci sono dei documenti falsi nel carteggio del Vaticano che riguardano questa presunta indagine sul caso Orlandi? Da oltre 30 anni la famiglia di Emanuela aspetta delle risposte, si continua a chiedere una presa di posizione da parte del Vaticano ma non sembra esserci collaborazione. E ora il giallo di questo dossier. Che cosa c’è dietro questa vicenda?