Thomas Ceccon si fa portavoce del disagio degli azzurri al villaggio olimpico e divampa la polemica
La situazione critica che si vive nel villaggio Olimpico a Parigi inizia a pesare e anche Thomas Ceccon si sfoga in tv
Sono giorni che da Parigi, molti atleti, fanno sapere che la vita nel villaggio olimpico è un disastro. E probabilmente, con il passare dei giorni, vivere in un posto in cui non c’è l’aria condizionata mentre il caldo avanza e non si mangia bene, diventa sempre più difficile. Lo ha spiegato anche Thomas Ceccon ieri, dopo la mancata qualificazione alla finale dei 200 dorso. Non vuole trovare una giustificazione Ceccon, lo ha spiegato nella sua intervista con i giornalisti Rai, ma ci tiene anche a dire che nel villaggio la vita non è semplice. E del resto non è una novità, considerato che gli atleti del Regno Unito ad esempio, hanno deciso di andare via dopo poche ore o che le nostre azzurre della pallavolo non ci sono mai approdate. Probabilmente dopo l’entusiasmo iniziale, con il passare dei giorni e la situazione difficile da gestire, il caldo e il poco sonno, stanno condizionando l’Olimpiade, chiaramente per tutti. Anche se ci sono atleti maggiormente abituati ai comfort e altri invece, che probabilmente trovato un lusso quello che c’è nel villaggio.
A parte le considerazioni sul cibo, che potrebbero non trovare tutti d’accordo, il fatto che non ci sia l’aria condizionata non è di poco conto. Ed è vero che a Parigi è raro trovare una sistemazione di questo genere, perchè le giornate di vero caldo sono ben poche. Ma è altrettanto vero che si sta parlando di un posto in cui gli atleti dovrebbero non rischiare di ammalarsi, poter dormire, e trovare ogni benessere. Non è così a quanto pare.
Le parole di Thomas Ceccon in tv
Dopo la mancata qualificazione, Thomas Ceccon ha voluto raccontare qualcosa che, secondo lui, non tutti conoscono: “Purtroppo al villaggio olimpico molti si spostano perché si mangia male, fa caldo e non c’è l’aria condizionata. Sotto quest’aspetto un po’ così e così. Molti atleti si spostano e se ne vanno. Sottolineo che non vuole essere una giustificazione o un alibi, tutti stiamo vivendo le medesime situazioni e siamo nelle stesse condizioni. Una cosa che probabilmente molti non sanno ed è giusto raccontarla“.
Thomas Ceccon non è il solo sportivo a essersi lamentato, anche molti medici delle delegazioni e dirigenti ( oltre che atleti) hanno deciso di raccontare del disagio vissuto. Probabilmente si poteva fare meglio ma non è successo.