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Max Biaggi è tornato a casa, inizia una nuova vita mentre il pensiero va a Schumacher e Hayden (Foto)

Max Biaggi ha lasciato l'ospedale, sta meglio, riprende la sua vita ma verso un'atra direzione (foto)

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Max Biaggi questa volta non corre, ha lasciato l’ospedale dove è stato ricoverato per 19 giorni, un tempo che è sembrato eterno al pilota, alla sua fidanzata Bianca Atzei, alla famiglia, ai suoi fan (foto). Il Corsaro fa capire che dirà basta alle gare in pista, racconta i suoi pensieri durante l ricovero, la paura di poter perdere in un attimo tutto, la vita. Biaggi era ricoverato all’ospedale San Camillo di Roma dal 9 giugno dopo un brutto incidente sulla pista Sagittario di Latina. “La vita non va sprecata”, queste le parole del pilota che a 46 anni sembra dire basta alle corse. Dimesso dall’ospedale Biaggi ha confidato di aver pensato ai suoi colleghi che non sono stati fortunati come lui: “Ho pensato molto a chi conoscevo bene, come Michael Schumacher e Nicky Hayden, e ho capito che a volte basta davvero un battito di ciglia per perdere tutto”.

Con il cuore in mano il campione alle telecamere di Premium Sport ha commentato: “Ho ripercorso il film della mia vita e ho capito che ora non devo dimostrare più niente a nessuno. Il mio obiettivo adesso è quello di riprendermi, è quello di dare amore e felicità ai miei figli e alle persone che mi amano e che amo”.

Sarà difficile rivederlo in pista duellare con i giovani centauri, adesso la sua vita cambia: “La passione è intoccabile ma darò spazio ai giovani promettenti. Voglio insegnare a loro che ormai il solo talento non basta più in questo lavoro, ma servono altre cose che io posso trasmettere. Per fare questo lavoro ho sempre fatto tanti sacrifici: ora posso dire che la mia vita è bella”.

Ha rischiato la vita e l’ha capito dal primo istante dopo la caduta; Biaggi ringrazia tutti quelli che gli sono stati accanto: “La prima cosa che voglio dire è grazie. Ringrazio tutti i fan e le persone che umanamente mi sono stati vicini. Grazie al chirurgo Giuseppe Cardillo che mi ha operato due volte, a tutti gli infermieri della terapia intensiva e al dottore Claudio Ajmone-Cat”. Bentornato Max!



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