Reddito di cittadinanza: dal 1° febbraio decade l’assegno per chi è senza Green Pass
Reddito di cittadinanza, dal 1° febbraio decade l’assegno per chi è senza Green Pass: si stringe la morsa intorno ai no vax
Green Pass obbligatorio per mantenere il Reddito di Cittadinanza, alla luce delle ultime indicazioni del Governo. Questo perché dagli inizi di febbraio chi percepisce il sussidio si troverà nella condizione di dover frequentare i centri per l’impiego e si sa che, dopo l’ultimo decreto, per recarsi in tutti i luoghi pubblici sarà necessario essere in possesso almeno del Green Pass base.
Insomma continua a stringersi la morsa intorno a coloro che ancora oggi non sono vaccinati contro il Covid 19. Il Governo ha già imposto l’obbligo di vaccinazione agli Over 50 e adesso fissa questo nuovo limite per coloro che percepiscono questo sussidio e che, se vorranno continuare a farlo a partire dal 1° febbraio, dovranno essere in possesso di regolare certificazione verde.
Reddito di cittadinanza, dal 1° febbraio decade l’assegno per chi è senza Green Pass
Scatta la polemica dunque da parte dei no vax che sentono di essere messi sempre più all’angolo. Prima i lavoratori, “costretti” a sottoporsi a tamponi regolarmente per potersi recare sul posto di lavoro. Poi l’obbligo vaccinale per coloro che hanno superato la soglia dei 50 anni. Adesso anche i disoccupati che percepiscono il Reddito di Cittadinanza dovranno adeguarsi alle nuove regole imposte dal Governo che mirano a incentivare le vaccinazioni.
Ricordiamo che dal primo giorno di febbraio, per entrare in banca o in un ufficio postale chiunque dovrà essere in possesso della certificazione verde. Anche i centri per l’impiego saranno tutti non accessibili da parte di chi non sarà in possesso del Green Pass. L’ultima Legge di Bilancio è stata chiara. Obbligo di frequentare i centri per l’impiego per usufruire del sussidio messo a disposizione dei disoccupati e sospensione immediata dell’assegno per coloro che non sono in possesso della certificazione verde anti COVID 19.
Stando ai numeri forniti dal governo sul Reddito di Cittadinanza, a oggi coloro che rischierebbero di perdere l’assegno, in quanto non vaccinati e non guariti dal virus (condizione questa che consente di entrare in possesso del Green Pass),sarebbero circa 10mila. Attualmente il Reddito di Cittadinanza riguarda circa 1,3 milioni di nuclei familiari (tre milioni di persone). Il 30% è ritenuto occupabile e dunque soggetto all’obbligo di frequentare in presenza i centri per l’impiego. Insomma per continuare a usufruire del sussidio messo a disposizione dal Governo, occorrerà vaccinarsi. L’obiettivo dichiarato da Mario Draghi e dal suo staff è quello di “invitare” coloro che ancora non si sono sottoposti a ciclo vaccinale a farlo il prima possibile.
Le eccezioni: chi non deve avere per forza il green pass
-Sono esclusi invece i beneficiari della Pensione di cittadinanza, i beneficiari del Reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità (fatta salva la possibilità per i componenti del nucleo familiare disabili di richiedere la volontaria adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale).
-Possono essere esonerati in occasione della convocazione da parte dei Centri per l’impiego, anche i componenti con carichi di cura legati alla presenza di soggetti minori di tre anni di età o di componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti ovvero i frequentanti corsi di formazione e gli occupati a basso reddito, considerati disoccupati ai sensi dell’articolo 4, comma 15-quater del DL 4/2019.
io ho fatto le tre dosi + l’antinfluenzale ma non condivido le ritorsioni che vengo fatte nei confronti dei cittadini che non vogliono vaccinarsi che mi ricorda il fascismo e le violenze di contro chi non voleva iscriversi ed era contrario al regime fasciste. ricordo anche che mio nonno materno socialista da sempre che era ingegnere direttore di una fabbrica trasformata in fabbrica di armi e che non volle iscriversi al partito fascista ,fu licenziato eper tutto il ventennio era confinato, non gli era consentito di allontanarsi dal paese Friulano dove viveva con la famiglia e non poteva esercitare la sua professione ed io l’ho conosciuto solo alla fine della guerra e del Fascismo e della guerra.