Pensioni anticipate 2022: ipotesi per superare la Legge Fornero
Scopriamo le soluzioni attualmente più gettonate per andare in pensione anticipata dopo Quota 100
Il tema delle pensioni anticipate 2022 continua a tenere banco soprattutto in questi mesi che precedono la cancellazione della Quota 100 (al 31 dicembre 2021). Cosa attenderà i lavoratori che sono prossimi alla pensione?
Di soluzioni alternative a Quota 100 ne sono state proposte molte nelle ultime settimane ma per il momento nessuna ha convinto il Governo che sta temporeggiando per individuare quella che potrebbe davvero rivelarsi ideale per la sostituzione di Quota 100. I Sindacati propongono Quota 41 che però per il momento non sembra trovare i favori del Governo che la ritiene troppo pesante, a livello economico, per le sue casse.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha invece proposto la doppia quota e questa soluzione, almeno per il momento, sembra poter essere quella più gettonata per superare la Legge Fornero che, dopo la cancellazione di Quota 100, resterebbe l’unica soluzione per lasciare anzitempo il mondo del lavoro.
Pensioni anticipate 2022: ipotesi per superare la Legge Fornero
Quota 102 e Quota 92, che per un momento sembravano poter essere soluzioni valide al post Quota 100, sono state abbandonate e sono così finite nel dimenticatoio. Restano in piedi dunque le due opzioni sopra menzionate, le uniche che attualmente potrebbero garantire ai lavoratori la possibilità di andare in pensione anticipata nel 2022. L’obiettivo, da parte dei Sindacati, sarebbe quello di evitare tagli troppo cospicui sull’assegno pensionistico.
Quota 41 in questo senso potrebbe rappresentare una soluzione fattibile. I lavoratori potrebbero raggiungere la pensione anticipata al raggiungimento dei 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. La possibilità varrebbe indistintamente per uomini e donne e questo sarebbe un vantaggio soprattutto per gli uomini che ad oggi, per raggiungere la tanto attesa pensione, sono costretti a “racimolare” un maggior numero di contribuiti versati. Quota insomma potrebbe essere una strada percorribile per in Sindacati ma un po’ meno per il Governo che in queste ultime settimane ha nicchiato, dimostrando di non essere troppo in linea con la proposta dei Sindacati.
Sarebbe invece presa maggiormente in considerazione la proposta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha parlato di doppia quota per andare in pensione anticipata nel 2022. Il lavoratore potrebbe dunque raggiungere la pensione intorno ai 62 anni con il solo assegno calcolato con il contributivo e poi si vedrebbe completare la pensione al raggiungimento dei 67 anni di età con l’assegno calcolato col sistema retributivo. Questo allungherebbe inevitabilmente la possibilità di prendere l’assegno pieno per il quale i lavoratori dovrebbero attendere fino a 67 anni. Saranno settimane decisive in tema di Riforma Pensioni: in attesa di sapere cosa succederà a coloro che sono prossimi a salutare il mondo del lavoro e al momento si ritrovano spaesati e senza riferimenti.
Se passasse l’ingiustissima proposta di Tridico nella sua più recente versione (minimo 36 di contributi e 64 di età), chi – come me – ha incominciato a lavorare a 19 anni,dovrebbe lavorare per be 45 anni prima di raggiungere i 64 anni di età e poter andare in pensione, ma nel contempo ci sarebbe chi potrebbe andare in pensione a 64 anni d’età dopo solo 36 anni di lavoro (BEN NOVE ANNI IN MENO DI CHI HA INCOMINCIATO A LAVORARE A 19 ANNI, come me). Ma non finisce qui: secondo la proposta di Tridico, chi ha incominciato a lavorare prima del 1996, e cioè in regime retributivo, dovrà iniziare a ricevere la parte retributiva della sua pensione solo dopo i 67 anni d’età, che per coloro che hanno incominciato a 19 anni a lavorare significherebbe che dopo 45 anni di lavoro riceverebbero solo una parte della pensione maturata e loro dovuta e dovrebbero aspettare, per percepire l’intera pensione, che trascorrano ben 48 anni da quando hanno incominciato la loro vita lavorativa. Aggiungo che io sono invalido civile al 60% per una grave malattia autoimmune di cui soffro da 21 anni e che minaccia la mia vista, ma secondo le leggi italiane e anche la proposta di Tridico anche ciò va trascurato ai fini della fissazione della soglia di uscita dal lavoro: l’importane è che le mogli sane ed i figli sani dei ricchi possano andare in pensione dopo 36 anni di lavoro, magari part-time!
Grazie PD, FORZA ITALIA, 5 STELLE! Un capolavoro di ingiustizia! VERGOGNATEVI!