Cashback sospeso: i motivi della decisione presa da Draghi
Il cashback sarà sospeso momentaneamente dopo i primi rimborsi che saranno effettuati entro la fine di agosto. Ecco i motivi della sospensione
Dopo appena un semestre il cashback sarà sospeso su espressa volontà di Mario Draghi che, di fatto, ha considerato inadeguata la misura introdotta dal suo predecessore Giuseppe Conte lo scorso dicembre. Dopo i primi rimborsi del periodo gennaio-giugno che avverranno dal 1° luglio al 29 agosto, il cashback sarà quindi momentaneamente sospeso. Occorrerà capire se poi verrà definitivamente cancellato o se verrà reintrodotto in un secondo momento.
Un buco nell’acqua, dunque, visto che questa manovra era stata introdotta con grandi obiettivi. Fin da subito le critiche non si sono sprecate soprattutto da una certa parte politica – Fratelli d’Italia e Lega in primis – che hanno sempre considerato il cashback una misura inutile.
Cashback sospeso: i motivi della decisione presa da Draghi
Stando ai numeri, Mario Draghi ha ritenuto inopportuno continuare sulla strada battuta da Giuseppe Conte. L’obiettivo del cashback era stato quello di incentivare gli acquisti elettronici e contrastare di conseguenza l’evasione legata inevitabilmente ai pagamenti in contanti. Dopo qualche problema iniziale, dovuto a ritardi nella possibilità di installare l’apposita app predisposta per il cashback, la misura sembrava essere “partita”.
Stando ai numeri emersi, sono stati circa 720 milioni le transazioni elaborate in questi primi sei mesi di cashback e più di 7,85 milioni gli utenti che hanno effettuato pagamenti validi per ottenere il rimborso. Di questi, 5,89 milioni hanno superato la soglia minima di 50 transazioni considerata utile per poter ottenere il rimborso del 10% delle spese effettuate con carta di credito, bancomat o apposite app.
Numeri probabilmente troppo bassi per continuare. Nei prossimi mesi quindi l’esecutivo valuterà se riprendere con il cashback o cancellarlo in modo definitivo. La misura non sembra attualmente rientrare nei piani di Mario Draghi che ha infatti deciso di non concedere un secondo semestre di acquisti in parte rimborsabili.
Ricordiamo che il cashback dava la possibilità di vedersi rimborsate parte delle spese sostenute pagando con carta, bancomat o app. Gli acquisti, almeno cinquanta nel semestre, dovevano essere però effettuati in esercizi commerciali sul territorio e non on line visto che da sempre l’e commerce “obbliga” le persone a fare pagamenti tracciabili. Il cashback era stato introdotto a inizio dicembre, in un momento molto delicato dal punto di vista economico, e l’obiettivo dichiarato dall’allora premier Conte era stato chiaro: incentivare gli acquisti in vista del Natale. Evidentemente, dopo pochissimi mesi dalla sua introduzione, il Governo Draghi ha ritenuto opportuno sospenderlo per capire meglio se può essere, questa, una misura sensata per contrastare l’evasione e incentivare gli acquisti.