Economia

Pensione anticipata 2022: quali sono le possibili alternative

Quali sono le strade praticabili per andare in pensione anticipata il prossimo anno? Scopriamo tutte le opzioni per il 2022

Pensione anticipata 2022: quali sono le possibili alternative

Affrontiamo il tema delle pensioni anticipate 2022 che è sempre particolarmente caldo alla luce soprattutto del fatto che i Sindacati premono per trovare una soluzione valida per i lavoratori prossimi alla pensione, adesso che Quota 100 sta per essere cancellata (dal 1° gennaio 2022 non sarà più utilizzabile). L’obiettivo è quello di poter andare in pensione anticipata senza eccessive penalizzazioni sull’assegno.

Quali sono le possibili alternative dopo Quota 100? Di proposte, in questi mesi, ce ne sono state tante. Alcune sono peraltro ancora valide mentre altre sono finite nel dimenticatoio. Da Quota 41 alla doppia quota proposta dal presidente Inps Tridico, le ultime settimane hanno visto un susseguirsi di idee. Ma chissà se alla fine alcune di queste troveranno concretezza. Scopriamo quali sono le possibili alternative per andare in pensione anticipata il prossimo anno.

Pensione anticipata 2022: resta la ex pensione di “vecchiaia”

La ex pensione di “vecchiaia” prevista dalla Legge Fornero resiste e si rivela una delle possibili strade da percorrere per andare in pensione anticipata nel 2022. Per ottenerla, servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Sia gli uomini che le donne dovranno poi aspettare 3 mesi per la decorrenza del trattamento previdenziale. Insomma per coloro che vorranno salutare anzitempo il mondo del lavoro, anche nel 2022 che comincerà tra qualche mese, la possibilità c’è. Accanto a questa soluzione attualmente presente, ci sono anche altre proposte presentate. Alcune di queste potrebbero trovare attuazione? Forse. Scopriamo quali sono.

Pensione anticipata 2022: Quota 41 e doppia quota

Resta in vigore Quota 41, la proposta avanzata dai Sindacati CGIL, CISL e UIL per mandare in pensione indistintamente uomini e donne a 41 anni di contribuiti versati raggiunti. Non occorre raggiungere una specifica soglia di età, l’importante è avere racimolato gli anni di contributi fissati dai Sindacati. C’è poi la doppia quota proposta dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che per il momento però sembra essere in ribasso e di difficile attuazione. Nella pratica, questa opzione prevederebbe un anticipo pensionistico solo per la parte contributiva: 62/63 anni e 20 anni di contributi versati. Il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe raggiunti i 67 anni di età.

Il Governo Draghi ha promesso ai Sindacati che troverà una soluzione al post Quota 100 già entro il mese di giugno ma la situazione al momento è ancora parecchio incerta e qualcosa potrebbe slittare a settembre. Quello che è certo, comunque, è che andrà trovato un punto di incontro tra Governo e Sindacati per tutelare i lavoratori prossimi alla pensione.

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