Economia

Pensioni ultime notizie donne: cosa sta succedendo con opzione donna e quota 100 rosa?

Orietta Armiliato, del Cods, parla della Legge di Bilancio 2020 e della situazione delle pensioni per le donne

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Pensioni ultime notizie donne: cosa sta succedendo con opzione donna e quota 100 rosa? A parlarne è stata Orietta Armiliato, amministratrice del gruppo Facebook Comitato Opzione Donna Social (Cods). La Armiliato ha analizzato gli emendamenti alla Legge di Bilancio e dunque ha fatto il punto della situazione per quel che concerne la situazione delle donne. Da sempre è attiva nella lotta per i diritti delle lavoratrici italiane, penalizzate sotto vari punti di vista quando si parla di pensioni. Da lei era arrivata l’idea di associare, all’opzione donna, la quota 100 rosa, una misura che abbassa i requisiti contributivi dell’accesso delle donne da 38 anni a 36. Questo in virtù del lavoro di cura svolto dalle lavoratrici nei confronti dei figli, che causano carriere discontinue. Scopriamo dunque cosa ha detto riguardo le pensioni per le donne e gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2020.

Pensioni ultime notizie donne: le criticità degli interventi su opzione donna per il 2020

Tra le richieste avanzate dal Cods c’era quella di estendere l’opzione donna a tutte le lavoratrici nate le 1961. Si parla di lavoratrici pubbliche, private e autonome. In realtà però ciò non è avvenuto e per lasciare il lavoro con opzione donna bisogna raggiungere i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2019. A rimanere escluse sono perciò le lavoratrici autonome nate nel 1961.

Pensioni donne: non c’è traccia di quota 100 rosa

Altro tema caldo è quello relativo alla quota 100 rosa. Come sappiamo, il precedente Governo a maggioranza M5S-Lega aveva introdotto le pensioni quota 100 al fine di consentire l’uscita dal mondo del lavoro fino a 5 anni prima dell’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia. La misura però si è rivelata essere, come era stato previsto, riservata soprattutto agli uomini. Il problema per le donne sono le carriere discontinue dettate dal fatto che hanno i figli e si occupano di loro per un periodo di tempo. Tale lavoro di cura non viene preso in considerazione nel sistema previdenziale italiano e ne consegue una penalizzazione evidente. L’opzione donna da sola non basta come misura per garantire equità con gli uomini.

La quota 100 rosa, secondo la proposta di Orietta Armiliato, ben vista anche dai sindacati, era quella di ridurre gli anni di contributi necessari per l’uscita, da 38 a 36. Non era stato chiesto nulla invece per l’età di uscita, che sarebbe rimasta a 62 anni. Purtroppo però la quota 100 è già mal vista da buona parte delle forze politiche, che avrebbero voluto eliminarla senza arrivare al termine della sperimentazione il 31 dicembre 2021. La misura è ritenuta troppo costosa, e allargare la platea dei destinatari con requisiti diversi per le donne non era al momento un obiettivo raggiungibile.

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