Pensioni ultime notizie: quota 100, opzione donna e ape social come cambiano?
Nel 2020 proseguiranno misure quali quota 100, opzione donna e ape social. Vediamo se ci sono novità
Pensioni ultime notizie: quota 100, opzione donna e ape social come cambiano? A seguito della manovra finanziaria in molti si chiedono come cambiano alcune delle misure per lasciare il lavoro prima dell’età pensionabile. In particolar modo ci sono dei dubbi su quota 100, opzione donna e ape social. Come funzionano queste misure nel 2020? Come sappiamo questo Governo ha dato priorità ad altre misure per il 2020, non intervenendo in maniera significativa sulle pensioni. La quota 100, nonostante diverse divergenze dovute all’opinione contraria dei renziani e di parte del Pd, rimane invariata fino alla fine del 2021, momento in cui termina la sperimentazione. Per il 2020 è invece prevista l’ennesima proroga di opzione donna e ape social. Ecco come fare per accedere a queste misure.
Pensioni ultime notizie: quota 100, opzione donna e ape social nel 2020
OPZIONE DONNA – Questa misura è stata prorogata per il prossimo anno. Nel Documento programmatico di Bilancio 2020 è presente questa misura che era stata introdotta in passato dal Pd. I requisiti per poter andare in pensione sono 35 anni di contributi versati e 58 anni di età per le dipendenti e 59 per le autonome. Le lavoratrici avranno un assegno calcolato con il criterio contributivo, e ciò comporta delle penalizzazioni. La decorrenza è posticipata di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. I requisiti devono essere maturati entro e non oltre la data del 31 dicembre 2019.
APE SOCIAL – Anche questa misura vede nuova luce nel 2020. Ma chi interessa? Quali sono i requisiti per accedervi? Si tratta di un anticipo della pensione a 63 anni di età che riguarda determinate categorie di lavoratori che versano in condizioni di difficoltà:
- lavoratori che si occupano di assistere familiari di primo grado conviventi con disabilità grave accertata da almeno 6 mesi; devono aver maturato 30 anni di contributi
- disoccupati che non percepiscono più l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi; il requisito contributivo è pari a 30 anni
- lavoratori dipendenti che svolgono lavori pesanti da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni; devono aver versato 36 anni di contributi
- lavoratori che presentano una disabilità pari almeno al 74% che abbiano versato contributi per 30 anni
QUOTA 100 – La misura, oggetto di un duro scontro interno al Governo, andrà avanti fino al termine della sperimentazione, prevista per il 31 dicembre 2021. E’ possibile lasciare il lavoro a 62 anni di età con 38 anni di contributi versati. I dipendenti pubblici hanno a disposizione finestre semestrali, mentre quelli privati beneficiano di finestre trimestrali.
Questa è dunque la situazione riguardante queste tre misure, che proseguiranno anche nel 2020 consentendo di lasciare il lavoro prima dell’età prevista dalla riforma Fornero.