Economia

Pensioni quota 100 ultime notizie, quali sono le differenze tra dipendenti pubblici e privati

La misura delle pensioni quota 100 prevede un trattamento differenziato tra dipendenti pubblici e privati. Ecco quali sono le differenze

pensioni quota 100

Mentre si attende il Decreto legge che renderà ufficiale le pensioni quota 100, continuano a circolare delle indiscrezioni. Quali sono le differenze tra dipendenti pubblici e privati? Stando alla bozza del decreto, ci saranno delle finestre di uscita differenziate e non mancano le discussioni al riguardo. In molti infatti ritengono i lavoratori del settore pubblico penalizzati, sia per le tempistiche di uscita più lunghe rispetto ai privati, sia per il Tfs, che potrebbe arrivare dopo alcuni anni. Vediamo quindi quali sono ad oggi le differenze per l’uscita dal lavoro con le pensioni quota 100 per quanto riguarda statali e privati.

PENSIONI QUOTA 100 ULTIME NOTIZIE, QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA LAVORATORI PUBBLICI E PRIVATI?

La misura delle pensioni quota 100 è tra le più attese e continuano a susseguirsi ipotesi ed indiscrezioni. Si fa però riferimento soprattutto alla bozza del decreto, resa nota nelle scorse settimane. Fermo restando che potrebbero esserci ulteriori modifiche, cerchiamo di capire cosa potrebbe essere presente e diventare effettivo con il decreto contenente la riforma del sistema pensionistico.

Per uscire dal lavoro con le pensioni quota 100 bisogna aver compiuto 62 anni di età e aver versato almeno 38 anni di contributi. Non ci sono delle penalizzazioni sull’assegno che però dipenderà dagli anni di contributi versati. Dunque, andando in pensione 5 anni prima del previsto, si percepirà di meno ma per più tempo. La misura ha carattere sperimentale ed una durata di tre anni. Esiste un divieto di cumulo con altri redditi da lavoro. Questi non devono superare i 5mila euro lordi percepiti da lavoro occasionale. Il divieto è valido fino all’età pensionabile.

Quali sono le differenze tra dipendenti pubblici e privati? In primo luogo queste riguardano le tempistiche per l’uscita dal lavoro. I dipendenti del settore privato potranno lasciare il lavoro con finestre di 3 mesi dal momento in cui vengono maturati i requisiti. Gli statali, invece, avranno delle finestre di 6 mesi. Questo per evitare il collasso degli uffici pubblici con uno svuotamento repentino con l’uscita dei lavoratori con la quota 100. Ad aprile 2019 potranno andare in pensione i lavoratori del privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018. I lavoratori pubblici dovranno attendere invece il mese di luglio 2019 per lasciare il lavoro.

Altra differenza, penalizzante per i dipendenti pubblici, riguarda la liquidazione. Il Tfs dei dipendenti del settore pubblico, stando alla bozza del decreto, potrebbe arrivare non prima dell’età pensionabile prevista dalla legge Fornero, e dunque fino a 5 anni dopo il pensionamento effettivo.



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