Opzione donna 2019, ecco quali sono le novità: chi resta esclusa?
L'opzione donna farà parte della riforma del sistema pensionistico del 2019. Ecco quali sono le novità e chi rimane esclusa da questa misura
La conferma della proroga dell’opzione donna per il 2019 è arrivata, ma quali sono le novità per quanto riguarda questa misura? Cosa cambia rispetto alla precedente versione? Con l’opzione donna l’obiettivo è quello di agevolare le donne nell’uscita dal lavoro. Queste sembrano infatti essere penalizzate dalle pensioni quota 100, data la richiesta dei 38 anni di contributi necessari per accedervi. Dunque l’opzione donna sarà presente nel Decreto legge come parte integrante della riforma del sistema pensionistico. Vediamo dunque quali sono le novità e chi resta esclusa.
OPZIONE DONNA 2019 PROROGATA NEL 2019, TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE
L’opzione donna consente l’uscita anticipata dal lavoro alle donne con almeno 35 anni di contributi versati. C’è però anche un requisito anagrafico, che esclude una fascia di lavoratrici. Possono accedere a questa misura per la pensione le lavoratrici dipendenti che sono nate entro il 31 dicembre 1959. Le lavoratrici autonome, invece, devono essere nate entro il 31 dicembre 1958. Attualmente non è chiaro se la proroga dell’opzione donna sia valida solo nel 2019 o per più anni, e nel Decreto saranno presenti ulteriori dettagli.
Rimangono ancora oscuri alcuni dettagli, come le tempistiche e le modalità per presentare la domanda all’INPS. Non si può inoltre cumulare la contribuzione mista. I 35 anni di contributi richiesti per accedere all’opzione donna devono essere perfezionati totalmente nella gestione previdenziale che liquida questa prestazione.
Anche in questo caso, come per le pensioni quota 100, sono previste delle finestre mobili. Le lavoratrici dipendenti avranno finestre di 12 mesi, mentre le autonome di 18 mesi. Ciò dipenderà da quando sono stati maturati i requisiti. Chi a giugno 2018 aveva raggiunto i 35 anni di contributi, fermo restando il requisito anagrafico, potrà lasciare il lavoro da luglio se lavoratrice dipendente, e da gennaio 2020 se autonoma.
Cosa succede all’assegno pensionistico per chi sceglie l’opzione donna? E’ previsto un taglio dell’importo per l’applicazione del sistema di calcolo contributivo. La decurtazione dall’assegno può dipendere da diversi fattori, quali la tipologia di lavoro e le aliquote contributive diverse da applicare (tra lavoro autonomo o dipendente), ma anche e soprattutto gli anni mancanti al pensionamento.
Stando alla bozza della riforma delle pensioni, a rimanere escluse dall’opzione donna 2019 sono le nate nel 1960, nonostante le precedenti promesse fatte dal Governo. La fondatrice del Comitato Opzione Donna Social, Orietta Armiliato, al riguardo ha detto che “le donne sono state beffate” in quanto il provvedimento che è stato inserito nel Decreto Legge “non ha nulla a che vedere con una proroga dell’Opzione Donna“. Non ci resta che attendere il Decreto per scoprire cosa succederà.