Pensioni quota 100 ultime notizie: ecco perché penalizzano gli statali, le donne e il Centro-Sud
Secondo il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, le pensioni quota 100 penalizzano diverse categorie di lavoratori
La bozza del Decreto Legge in cui è contenuta la riforma delle pensioni è pronta e a quanto pare le pensioni quota 100 penalizzerebbero gli statali, le donne e il Centro-Sud. A lanciare l’allarme sono i sindacati che hanno preso visione della bozza notando alcune criticità che andrebbero a discapito di diverse categorie di lavoratori. La misura delle pensioni quota 100, che consente di uscire dal lavoro già a 62 anni con 38 anni di contributi, sarebbe dunque da rivedere sotto vari punti di vista. Scopriamo perché gli statali, le donne e il Centro-Sud sarebbero penalizzati dalla nuova riforma del sistema pensionistico.
LE PENSIONI QUOTA 100 NON PIACCIONO AI SINDACATI: PENALIZZANO STATALI, DONNE E LAVORATORI DEL CENTRO-SUD
A parlare della misura delle pensioni quota 100 è stato il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Ha detto che si tratta di “un’utile soluzione per i lavoratori del Nord“, ma che “è meno efficace per quelli del Centro-Sud dove difficilmente si raggiungono i 38 anni di contribuzione“. Inoltre la quota 100, a detta di Proietti, “è del tutto insufficiente per le donne“. Gli statali sarebbero invece penalizzati dal sistema delle finestre mobili. Il sindacalista al riguardo lo ha definito come “un artificio appositamente istituito per non dover cambiare il titolo alla manovra“. Dunque, nei fatti, la misura “diventa quota 100 e 6 mesi per i privati e 101 per il pubblico“.
Il settore pubblico è anche “pesantemente penalizzato anche dal pagamento differito del Tfs“. Secondo il segretario confederale della Uil si tratta di “una nuova gravissima e insopportabile ingiustizia per i dipendenti del settore“. Quest’ultimi potrebbero arrivare a percepire “la liquidazione anche dopo 7 anni dal pensionamento“.
Non ci sono però solo delle criticità nella nuova riforma del sistema pensionistico. Viene infatti definito in termini positivi “lo sganciamento dall’aspettativa di vita per la pensione anticipata dei precoci e la proroga di ape sociale“. Proietti inoltre dice che “l’assenza di una quota 41 per tutti è una scelta ingiusta e sbagliata che penalizzerà tanti lavoratori”. In effetti, nel decreto, non ci sarà traccia della quota 41, alla quale però si arriverà nel corso dei prossimi anni, almeno a detta di Salvini.
Dunque queste sono alcune delle problematiche riscontrate da Proietti della Uil riguardo la misura delle pensioni quota 100. Queste, nei fatti, agevolano i lavoratori del Nord Italia a discapito del Centro-Sud del Paese. Le donne anche rimangono indietro anche se per loro c’è la proroga dell’opzione donna. Gli statali sono invece penalizzati da finestre più lunghe e dal pagamento del Tfs.