Economia

Pensioni quota 100 ultime notizie, l’assegno sarà inferiore?

L'assegno pensionistico non sarà ridotto per chi lascia il lavoro con le pensioni quota 100, ma sarà più basso a causa dei contributi mancanti

pensioni quota 100

Le ultime notizie riguardanti le pensioni quota 100 possono mettere in allarme chi, a breve, raggiungerà i requisiti per lasciare il lavoro con questa formula. Si parla infatti, secondo alcune ipotesi ed indiscrezioni, di un assegno inferiore rispetto a quanto previsto. Sarà davvero così? Attualmente non si hanno notizie certe e si attende il Decreto Legge, che arriverà nelle prossime ore, in cui verrà chiarita nel dettaglio la questione delle pensioni quota 100. Giovanni Tria, ministro dell’Economia, in Commissione Bilancio alla Camera ha parlato delle pensioni quota 100. Ha chiarito la questione riguardante l’entità dell’assegno pensionistico che verrà percepito da chi sceglie questa formula.

PENSIONI QUOTA 100 ULTIME NOTIZIE: L’ASSEGNO SARA’ INFERIORE MA NON CI SARANNO PENALIZZAZIONI

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria è tornato sulla questione delle pensioni quota 100 spiegando come verranno calcolati gli assegni. In questo modo ha chiarito una questione che sembrava creare ancora qualche dubbio. Dunque è emerso che si potrà andare in pensione all’età di 62 anni con 38 anni di contributi versati e che non ci sarà alcuna riduzione dell’assegno pensionistico. Tria ha quindi chiarito che ovviamente l’assegno sarà più basso per chi esce dal lavoro prima dell’età pensionabile ma non per effetto di penalizzazioni. “Andando in pensione in anticipo, l’ammontare dell’assegno sarà inferiore“, ha detto il ministro dell’Economia. Questo perché “sono stati versati meno contributi” ma comunque si usufruirà della pensione per “un periodo più lungo”.

Intanto ricordiamo quali sono ad oggi le caratteristiche delle pensioni quota 100, che partiranno dal 2019. Secondo quanto emerso e dichiarato dal Governo, ci saranno delle finestre di uscita dal lavoro differenziate per i dipendenti pubblici e quelli privati. Quest’ultimi potranno uscire dal lavoro già dal giorno 1 aprile 2019, e avranno a disposizione delle finestre trimestrali. I dipendenti del settore pubblico, invece, potranno uscire dal lavoro con delle finestre semestrali. Questo meccanismo serve ad evitare che alcuni settori pubblici vadano in tilt a causa della carenza di personale. Bisognerà infatti chiarire come il Governo M5S-Lega intenda strutturare il turnover delle forze lavoro all’interno degli uffici pubblici, attingendo a graduatorie già esistenti e con nuovi concorsi. Diverso è il discorso per i lavoratori della scuola, che avranno a disposizione una sola finestra annuale per lasciare il lavoro con la misura delle pensioni quota 100. Nei giorni scorsi è emersa la possibilità che potrebbero saltare un giro per il 2019, visto che le domande di pensionamento per loro sono già state chiuse.

Non ci resta che attendere il Decreto Legge per scoprire cosa succederà con la riforma delle pensioni.



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.