Pensioni quota 100 ultime notizie, cosa succede a chi ha versato più contributi?
Cosa succede se sono stati versati più contributi rispetto ai 38 anni richiesti per le pensioni quota 100? Il periodo eccedente verrà calcolato
Pensioni quota 100 ultime notizie, cosa succede a chi ha versato più contributi? Può andare lo stesso in pensione con questa formula? Ovviamente sì. I requisiti per l’accesso alla misura delle pensioni quota 100 sono minimi, nel senso che al di sotto non si può scendere. Dunque, per accedere alla quota 100, bisogna avere almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi versati. Se ce ne sono alcuni in più di contribuzione, tanto meglio, perché l’assegno pensionistico sarà maggiore. Dunque i contributi eccedenti i 38 anni serviranno per il calcolo della pensione senza pregiudicare l’accesso a questa misura.
PENSIONI QUOTA 100 ULTIME NOTIZIE, COSA SUCCEDE A CHI HA VERSATO PIU’ CONTRIBUTI
Se una persona ha già compiuto 62 anni di età e ha versato un maggior numero di contributi rispetto ai 38 anni richiesti, può accedere comunque alle pensioni quota 100. In questo caso la somma tra età anagrafica ed anni di contributi versati non farà 100 ma 101, 102, e via dicendo. Alcune persone prossime alla pensione si chiedono se i contributi eccedenti verranno contati e la risposta è ovviamente sì. Nessun anno di contribuzione sarà un anno perso con questa misura. Anzi, chi ha versato più anni di contributi a parità di età, potrà godere di un assegno più elevato.
L’importo delle pensioni con la quota 100 verrà calcolato sull’intero montante contributivo, proprio come avviene con ogni altra prestazione pensionistica. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre del 1995 vedrà calcolata la propria pensione con un calcolo esclusivamente contributivo. Chi invece aveva maturato 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, vedrà invece utilizzato il calcolo retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 2011. Il calcolo retributivo verrà utilizzato anche per i contributi versati fino alla data del 31 dicembre 1995 anche se in questa data i lavoratori non avevano maturato i 18 anni di contributi.
Ricordiamo che con le pensioni quota 100 la prima finestra di uscita è stata fissata per aprile 2019. A poter lasciare il lavoro saranno i dipendenti del settore privato. I dipendenti pubblici, invece, non godranno di finestre trimestrali ma semestrali, per garantire la continuità dei servizi. I lavoratori della scuola, invece, avranno a disposizione delle finestre annuali per lasciare il lavoro con la quota 100. Pare però che questa categoria salterà il giro per il 2019, non essendo ancora attiva questa misura alla data ultima per la presentazione delle domande di pensionamento.
Non ci resta che attendere che la riforma delle pensioni diventi effettiva per scoprire nel dettaglio cosa succederà a partire dal 2019 con l’entrata in scena delle pensioni quota 100.