Pensioni ultime notizie, arriva il riscatto della laurea flessibile: come funziona?
Il riscatto della laurea potrebbe diventare flessibile e accessibile a tutti: ecco quali sono le ultime notizie riguardo la riforma delle pensioni
Le ultime notizie in tema di pensioni ci fanno sapere che potrebbe entrare in vigore un nuovo modo per riscattare gli anni di studi per la laurea. Si tratta del riscatto della laurea flessibile, ma come funziona? Attualmente versare i contributi che vanno a colmare gli anni passati a studiare, può essere davvero costoso. Ora però potrebbero esserci dei cambiamenti. Il riscatto della laurea, con la nuova riforma delle pensioni, potrebbe diventare flessibile che comporterebbe una decisione, da parte del contribuente, di quanto versare. In base alla somma versata, che in questo modo non sarebbe più proibitiva, andrebbe a variare l’assegno pensionistico finale.
RISCATTO DELLA LAUREA FLESSIBILE, TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SULLE PENSIONI E LA RIFORMA DEL GOVERNO
Come vi abbiamo anticipato, con il nuovo riscatto della laurea flessibile le cose possono cambiare. Ad oggi riscattare gli anni di studio può essere molto oneroso. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe al vaglio un sistema più flessibile e accessibile a tutti. Invece di pagare tutta la somma dovuta, potrebbe diventare possibile versare una quota minore all’Inps. Si potrebbe così pagare di meno e recuperare comunque tutti gli anni dedicati agli studi. In questo caso cambierebbe l’assegno finale (meno si versa e meno si prende) ma tutti avrebbero l’opportunità di utilizzare questi anni nel calcolo finale. Anche attualmente si ha la possibilità di riscattare la laurea e gli anni di studio solo parzialmente, ma non vale per tutta la durata per gli studi. Si può infatti decidere di riscattare solamente qualche anno.
A parlarne è il Corriere. Questa ipotesi, qualora venisse attuata contestualmente alla riforma delle pensioni, potrebbe entrare in vigore già a partire dal 2019 insieme alla quota 100 e alle altre novità. Questa novità in materia di pensioni potrebbe riguardare solamente chi ha iniziato a versare contributi all’Inps dopo il mese di gennaio del 1996.
Insomma, questa è una delle tante novità che potrebbero entrare a far parte della riforma del sistema pensionistico. L’obiettivo è quello di agevolare le persone all’uscita dal lavoro senza penalizzarle ma dando a tutti l’opportunità di scegliere. Tra le altre novità ci sono poi le pensioni quota 100, che consentono di andare in pensione all’età di 62 anni con 38 anni di contributi. In questo caso però è possibile che ci sia un limite agli anni di contribuzione figurativa da poter utilizzare. Solamente con il Decreto Legge si potrà far luce, in maniera chiara e definitiva, sulla riforma delle pensioni. Dunque non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti.