Riforma pensioni 2019: cambiano i requisiti per quota 100, opzione donna, precoci e usuranti
La riforma pensioni 2019 è molto attesa e può portare a vari cambiamenti anche nei requisiti per l'uscita dal lavoro anticipata. Ecco le novità
La riforma pensioni 2019 sta facendo discutere e si andrà avanti almeno fino al Decreto Legge che dovrebbe arrivare prima di Natale. I lavoratori si chiedono quali saranno i cambiamenti per tutte le categorie e le tipologie di pensionamento. Oggi vediamo come cambiano i requisiti per quota 100, opzione donna, lavoratori precoci e lavoratori che svolgono lavori usuranti. Si tratta di diverse opzioni per andare in pensione prima dell’età pensionabile, ognuna rivolta ad una specifica categoria di lavoratori. Scopriamo quali sono le novità che potrebbero arrivare con la riforma pensioni 2019.
RIFORMA PENSIONI 2019, COSA CAMBIA PER LE DIVERSE TIPOLOGIE DI PENSIONAMENTO: MODIFICATI I REQUISITI?
Negli ultimi giorni l’Inps ha annunciato l’invio delle buste arancioni nelle quali è presente l’estratto conto contributivo di ogni lavoratore. Inoltre si possono trovare delle previsioni riguardanti l’assegno pensionistico in base alla data di uscita dal mondo del lavoro. Manca però la misura delle pensioni quota 100, ancora non effettiva.
Pare però che le pensioni quota 100 ci saranno e sono una delle misure più attese del Governo M5S-Lega, presenti nella riforma pensioni 2019. Quali sono i requisiti per accedere a queste pensioni? I lavoratori devono aver compiuto 62 anni di età e aver versato 38 anni di contributi. Si tratta di requisiti minimi, all’aumentare dei quali si parla di quota 101, 102, 103, 104. Secondo le prime indiscrezioni, chi sceglie l’uscita anticipata con questa formula non può cumulare un eventuale reddito da lavoro per i primi due anni.
L’opzione donna è invece una misura riservata alle persone di sesso femminile con molti anni di contributi alle spalle. Si può dunque uscire dal lavoro al compimento dei 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e il versamento di 35 anni di contributi. Gli assegni vengono calcolati con il sistema contributivo e si perde fino al 30% sull’assegno pensionistico andando in pensione diversi anni prima dell’età prevista. Tale misura sarà prorogata e verrà inserita, con ogni probabilità, nella riforma pensioni 2019.
I lavoratori precoci possono andare in pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi se hanno lavorato, per almeno 12 mesi effettivi, prima dei 19 anni di età. Per quanto riguarda coloro che hanno svolto per almeno metà della vita lavorativa (o per un periodo di 7 anni negli ultimi 10 anni) lavori usuranti, possono andare in pensione anticipata a 66 anni e 7 mesi oppure con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Insomma, la riforma pensioni 2019 presenta delle novità ma anche dei punti di continuità con il passato. Non ci resta che attendere il Decreto Legge per scoprire qualcosa di più.