Economia

Riscatto della laurea e buchi nei contributi: arrivano i mini-versamenti

Il governo sta facendo alcune ipotesi per poter rendere il riscatto della laurea e dei buchi contributivi più accessibili ai fini pensionistici

riscatto della laurea

Ai fini pensionistici, e non solo, talvolta può risultare necessario il riscatto della laurea e anche quello di alcuni buchi nei contributi. Attualmente andare a colmare questi periodi di “non lavoro” può essere davvero oneroso. Dunque il Governo M5S-Lega sta studiando un modo per rendere questa procedura maggiormente accessibile. L’obiettivo è quello di consentire di coprire eventuali buchi contributivi per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l’anno 1995 trovando un giusto equilibrio nella spesa che ogni lavoratore deve sostenere. Rientra in questo ambito ovviamente anche il riscatto della laurea.

MINI-VERSAMENTI PER CONSENTIRE DI COLMARE BUCHI CONTRIBUTIVI E IL RISCATTO DELLA LAUREA: COSA CAMBIA

Cosa cambierebbe con le proposte al vaglio del governo? Per quanto riguarda il nodo dei periodi di buchi contributivi nei confronti dell’Inps, si valuta se sia possibile permettere di effettuare dei versamenti “ora per allora”. Se si devono versare dei contributi per coprire un buco risalente a dieci anni fa, questi iniziano a rivalutarsi solamente a partire dal momento del versamento. Attualmente invece vanno a ricostituire quella che viene chiamata “riserva matematica”.

Cosa significa tutto questo? Per chi deve recuperare un anno di contributi o procedere con il riscatto della laurea, il contributo versato avrà un valore più basso ai fini dell’assegno pensionistico che si riceverà in futuro. Questo comporta un costo decisamente più basso e dunque accessibile ad un maggior numero di persone.

Si sta valutando inoltre se permettere il riscatto della laurea e la copertura dei buchi contributivi utilizzando come parametro quello della retribuzione minima del contratto collettivo a cui si fa riferimento. Un’altra ipotesi è quella di fare una media delle retribuzioni degli ultimi dodici mesi.

Dunque il riscatto della laurea in questi termini paragona il periodo dedicato agli studi ad altri buchi contributivi. Si può dunque decidere, a discrezione del lavoratore, quanti anni riscattare a seconda delle proprie esigenze.

I soldi spesi per colmare i buchi contributivi potranno essere detratti fiscalmente. Tali versamenti non devono necessariamente essere effettuati dalla persona che ne beneficia, ma possono essere fatti anche da terzi, come i nonni o i genitori, in favore di nipoti e figli.

L’attuale procedura di riscatto della laurea, decisamente più onerosa, continuerà però ad essere presente in ogni caso e dunque ogni contribuente avrà la facoltà di valutare la soluzione che preferisce ai fini pensionistici. Si tratta al momento di ipotesi che potrebbero però essere attuate nei prossimi tempi. Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti al riguardo.



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