Economia

Pensioni quota 100 ultime notizie, quanti soldi perdono i lavoratori che scelgono questa opzione

Quanto perdono i lavoratori che scelgono di uscire dal lavoro sfruttando l'opzione delle pensioni quota 100? Le penalizzazioni riguardano coloro che hanno tra i 62 e i 66 anni di età

pensioni quota 100

Le pensioni quota 100 sono parte della manovra economica, ma quanti soldi perdono i lavoratori che scelgono questa opzione? Scopriamo quali sono le ultime notizie su questa misura che consente di andare in pensione a 62 anni di età con 38 anni di contributi. Insomma, non è tutto rose e fiori e ovviamente andare in pensione qualche anno prima può comportare delle riduzioni. Ad essere maggiormente penalizzati sarebbero coloro che sono nati tra il 1953 e il 1957, che il prossimo anno avranno dunque tra i 62 e i 66 anni di età. Insomma, vediamo quanto di perde scegliendo l’opzione delle pensioni quota 100 per andare in pensione “prima”.

PENSIONI QUOTA 100, QUANTO PERDE CHI VA IN PENSIONE ANTICIPATA SCEGLIENDO QUESTA OPZIONE

A quanto pare lasciare il lavoro “in anticipo” optando per la misura delle opzioni quota 100 comporta delle perdite dal punto di vista economico. Per quale motivo? Se si lascia il lavoro prima del previsto, si versano meno contributi e dunque si perde la rivalutazione al Pil. Si percepisce dunque una pensione più bassa dal 2%, per chi ha versato contributi per 42 anni, fino ad arrivare al 20%.

Come vi abbiamo anticipato, a subire maggiormente una penalizzazione sull’assegno sono coloro che nel 2019 avranno tra i 62 e i 66 anni, nati tra il 1953 e il 1957. L’uscita anticipata non sarà una strada in discesa e chi sceglie l’opzione delle pensioni quota 100 deve riflettere bene sul da farsi.

Repubblica ha riportato alcune simulazioni e chi decidesse di andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi, prenderebbe 1.442 euro invece di 1.778 euro. Insomma, non si tratta di pochi soldi e dunque è giusto valutare se sia il caso andare in pensione anticipata o meno.

Le critiche sulla riforma delle pensioni comunque non mancano. Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha lanciato un ulteriore allarme. Nei primi 10 anni il costo per lo Stato ammonterebbe a “circa 140 miliardi di euro in più di spesa. Questo a causa dell’ape sociale, dell’opzione donna, delle pensioni quota 100, del mancato adeguamento alla speranza di vita dei requisiti contributivi e anagrafici.

Ricordiamo intanto che l’opzione delle pensioni quota 100 è accessibile rispettando due requisiti. Bisogna aver compiuto 62 anni di età al momento di presentazione della domanda e bisogna avere alle spalle 38 anni di contributi.

Tale misura è stata attuata per far sì che il mondo del lavoro possa rinnovarsi grazie al turnover generazionale delle forze lavoro. Si vuole incentivare le aziende all’assunzione dei giovani grazie alla riduzione dei costi derivanti dall’uscita anticipata dei lavoratori più anziani.



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