Pensioni quota 100, dubbi sul requisito dei 64 anni di età
Le ipotesi, al vaglio del governo, in merito alla riforma delle pensioni per il superamento della Legge Fornero con quota 100
Il governo sta pensando di abolire la legge Fornero e di riformare il sistema pensionistico. I lavoratori potranno cessare la propria attività, in base al contratto programmatico Lega – Cinquestelle, con la cosiddetta “Quota 100”, raggiunta in base alla somma, pari a questa cifra, derivante dagli anni dei contributi versati in aggiunta a quelli dell’età anagrafica. Sarebbe allo studio la possibilità, secondo quanto si è appreso nelle ultime settimane, di consentire l’accesso alla pensione al raggiungimento del sessantaquattresimo anno di età e al trentaseiesimo di contributi.
QUOTA 100 LE COPERTURE ECONOMICHE
I tecnici stanno valutando, in queste ore, le coperture economiche che dovrebbero aggirarsi attorno ai 10 – 15 miliardi all’anno (l’Inps aveva calcolato una spesa di 20 miliardi). Potrebbe essere eliminata inoltre l’Ape sociale, il meccanismo che consente l’uscita dal mondo del lavoro a quelle persone che appartengono a categorie più svantaggiate senza alcuna penalizzazione economica nei loro confronti. La proposta, nonostante comprenda anche l’abolizione del concetto di “lavori gravosi”, non piace a Cesare Damiano. “Se fosse vero che la Quota 100 parte da 64 anni di età – ha detto l’esponente del Partito Democratico – questa scelta rappresenterebbe una penalizzazione per chi svolge attività gravose perché questi lavoratori possono andare in pensione a 63 anni con Quota 99 (63 più 36 di contributi). Non solo, per chi è disoccupato o ha un familiare disabile a carico- ha aggiunto -, i contributi scendono a 30 anni (Quota 93). Per le donne, poi, c’è uno sconto ulteriore di un anno per ogni figlio (massimo 2 anni), che porta i contributi necessari a 28 anni (Quota 91)”.
QUOTA 100: RICHIESTE DI CHIAREZZA DA BOERI
Sono molte le ipotesi per rendere sostenibile l’iniziativa in cantiere. Una di queste, valutata con attenzione dal dicastero guidato da Luigi Di Maio, è quello di fare gravare sulle imprese l’onere delle spese per consentire ai propri dipendenti di andare in pensione in anticipo. Tito Boeri ha domandato maggiori chiarimenti, all’esecutivo giallo – verde, per non illudere i cittadini destinatari dei provvedimenti che vengono discussi. “Gli annunci siano precisi “ ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale a SkyTg24. “Se si parla di quota 100 – ha aggiunto -, vuol dire che un lavoratore che ha 60 anni di cui 40 di contributi potrà andare in pensione, stiamo creando questa aspettativa. Se invece si vuole porre una condizione anagrafica di 64 anni, questo è diverso ed è bene essere chiari perché le famiglie si fanno delle aspettative”.
Marco Paganelli