Pensione anticipata e precoci quota 41: calcolo requisiti aggiornati uomini e donne, novità e parametri
I requisiti per accedere alla pensione anticipata e alla quota 41 precoci potrebbero subire un aggiornamento. Ecco tutte le ultime news su come calcolare quando andare in pensione in anticipo
I primi dati ufficiali diffusi dall’INPS hanno confermato il forte interesse dei lavoratori italiani verso la misura della pensione anticipata, un tema ancora oggi molto caldo e tanto discusso tra Governo e parti sindacali. Secondo le ultime indiscrezioni sono in arrivo importanti novità a partire dal 2019. Infatti, da quell’anno, presumibilmente, cambieranno i requisiti di uscita legati all’età e alla contribuzione. Presunte modifiche dovute alla prossima pubblicazione da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) dei dati sulla speranza di vita prevista per la metà del mese in corso, a seguito della quale il Governo dovrebbe approvare il decreto relativo all’aumento dell’età anagrafica di uscita per le pensioni di vecchiaia a 67 anni a partire dall’anno 2019.
Per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 la pensione anticipata salirebbe, dagli attuali 63,7, a 64 anni di età. Invece per i lavoratori rientranti nei sistemi pensionistici precedenti, oggi è possibile accedere alla pensione anticipata con i seguenti requisiti contributivi: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, con 12 mesi di abbuono per le lavoratrici. La differenza contributiva tra donne e uomini resterà stabile nei prossimi anni.
Ma andiamo per ordine per comprendere meglio alcuni punti chiave dell’argomento pensionistico e fare chiarezza sulle possibili modifiche in arrivo con i prossimi anni, in seguito ai nuovi requisiti per accedere alla pensione anticipata e per l’uscita dei lavoratori precoci quota 41. Allora vediamo insieme i requisiti previsti per i prossimi anni per i lavoratori e le lavoratrici interessati alla pensione anticipata e alla quota 41.
Pensione anticipata: requisiti uomini
In base a degli studi di settore condotti ultimamente, l’età anagrafica legata alle pensioni anticipate e di vecchiaia crescerà a 64 e 67 anni a partire dal primo gennaio 2019 e di altri 3 mesi dall’anno 2021, anno in cui per la pensione anticipata serviranno 64 anni e 3 mesi mentre per quella di vecchiaia 67 e 3 mesi. Contemporaneamente la pensione anticipata legata esclusivamente alla contribuzione e, quindi, raggiungibile a prescindere dall’età anagrafica, a sua volta crescerà dal 2019 di 5 mesi di contributi.
Per effetto di tale aumento dall’anno 2019 agli uomini serviranno 43,3 anni di contributi, mentre dal 2021 la contribuzione da maturare sarà pari a 43,6. Sempre secondo specifiche e dettagliate analisi di settore, gli aggiornamenti successivi dell’età anagrafica e della contribuzione legati alla speranza di vita, stimerebbero un aumento pari a 2 mesi ogni due anni.
Pensione anticipata: requisiti donne
Naturalmente gli incrementi contributivi previsti interessano non solo gli uomini ma potenzialmente anche un buon numero di lavoratrici. Infatti, come visto per i lavoratori uomini, dall’anno 2019 l’accesso alla pensione anticipata attraverso unicamente il requisito contributivo subirà un incremento pari a 5 mesi. Dunque, in base a questa previsione, a partire dall’anno 2019 alle donne occorreranno 42,3 anni di contribuzione, mentre dal 2021 alle lavoratrici serviranno 42,6 anni di contributi. Una notizia che sicuramente non farà affatto piacere a gran parte dei contribuenti, lavoratori che vedono la loro pensione allontanarsi sempre di più per effetto dei provvedimenti previsti con le nuove misure.
Pensione precoci quota 41: requisiti
Naturalmente anche il numero di anni di contributi relativi alla quota 41, utili per l’uscita anticipata, aumenterà progressivamente per effetto delle prossime novità. Infatti, dai 41 anni di contribuzione previsti per gli anni 2017 e 2018, dal primo gennaio 2019 si passerebbe a 41 anni e 5 mesi, dal 2021 a 41 anni e 8 mesi, dal 2023 a 41 anni e 10 mesi e dal 2025 a 42 anni. Rispetto alla pensione anticipata lo sconto contributivo per uomini e donne resterebbe invece invariato: 1 anno e 10 mesi per i lavoratori e solamente 10 mesi per le lavoratrici.
Per ora siamo ovviamente solo nel campo delle ipotesi, ma le voci sono fondate su precisi dati legati alla speranza di vita e tutto lascia pensare a prossimi provvedimenti in arrivo in tale direzione. Nuove misure pensionistiche che interesserebbero molto sia i lavoratori che le lavoratrici, ma che certamente non farebbero felice nessuna delle categorie coinvolte. Intanto, per metà ottobre, si attendono dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) i famosi dati sulla speranza di vita, dopodiché sarà il Governo a regolarsi di conseguenza prima dell’approvazione del prossimo decreto sulle pensioni. In questa logica cresce vertiginosamente l’attesa dei lavoratori per la Legge di Bilancio 2018, con i vari sindacati pronti a dare battaglia contro la prossima manovra finanziaria.