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Identificati gli attentatori kamikaze di Bruxelles: il terzo sarebbe in fuga, le ultime notizie

Sono stati identificati i tre attentatori dell'aeroporto di Bruxelles: due fratelli kamikaze mentre il terzo, che sarebbe l'artificiere del gruppo, è in fuga. Le ultime notizie

Sono state decisive le immagini registrate dalle telecamere dell’aeroporto di Bruxelles per dare un volto e un nome alle tre persone responsabili del primo attentato del 22 marzo nella capitale del Belgio. Tre le persone arrivare in aeroporto con il chiaro intento di fare una strage e sarebbe potuta finire in modo peggiore se gli altri ordigni ritrovati nella struttura belga fossero esplosi. Ricordiamo che al momento, secondo fonti ufficiali, sarebbero 10 le vittime dopo l’esplosione in aeroporto. Due delle persone morte sono gli attentatori kamikaze mostrati e ripresi dalle telecamere della struttura, sono due fratelli. E ancora una volta emerge un dato che fa pensare: i kamikaze, gli attentatori, sono persopnaggi conosciuti dalle forze dell’ordine, e ci si chiede come sia possibile entrare senza nessun controllo in aeroporto con valige e ordigni pronti a esplodere. I due fratelli morti sono Khalid e Ibrahim El Bakraoui i kamikaze che si sono fatti saltare in aria ieri all’aeroporto di Bruxelles. L’identificazione dei due é stata resa nota dalla polizia. Il terzo uomo – che compare nella foto con i due fratelli, attualmente ricercato – sarebbe l’artificiere del gruppo, secondo alcuni media locali. Nella foto della videosorveglianza indossa un cappello nero e la giacca chiara e sarebbe Najim Laachraoui, considerato l’artificiere di Parigi e identificato due giorni fa. Il suo dna era stato ritrovato sulle cinture esplosive utilizzate al Bataclan e allo Stade de France, il 13 novembre scorso.

CI SAREBBE UNA VITTIMA ITALIANA TRA LE PERSONE DA IDENTIFICARE-LEGGI QUI

Ad aiutare le forze dell’ordine in queste ore anche uno dei tassisti che ha accompagnato in auto gli attentatori in aeroporto. L’uomo spiega che era rimasto colpito dal numero di valige che uno di loro aveva tanto da invitarlo a non portare tutto nella sua macchina. Forse questo ha evitato che l’attentatore portasse con sè ulteriori ordigni che avrebbero potuto rendere maggiormente grave il bilancio di questo attentato. La testimonianza del tassista è stata utile anche per dare il via a delle perquisizioni presso l’abitazione di due dei terroristi, abitazioni presso la quale sarebbero stati ritrovati i segni della preparazione di questi attentati: ordigni, esplosivi, chiodi. Le ricerche adesso proseguono, si da la caccia al terzo attentatore che anche questa volta è sfuggito come a quanto pare, ha fatto anche in passato a Parigi e anche durante le operazioni che hanno portato all’arresto di Salah.



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