Dal Mondo

Vicenza, bimba mutilata: il padre la costringe a subire l’infibulazione

Una bambina di 11 anni, residente a Vicenza, è stata costretta dal padre a subire la infibulazione: l'uomo l'ha portata in Ghana nelle vacanze di Natale ed è in quel periodo che la piccola è stata mutilata...

Una brutta storia vede protagonista una bambina di appena 11 anni il cui padre, di origini ghanese, la costringe a subire l’infibulazione. La bimba subisce così la mutilazione dei genitali e la storia viene fuori soltanto adesso, dopo che la piccola si riesce a confidare con una maestra della scuola che frequenta. Ma facciamo un passo indietro per capire bene come sono andate le cose. Il padre della bambina, un quarantenne residente da tempo a Vicenza, organizza per le scorse vacanze di Natale un viaggio verso il Ghana, con un obiettivo ben preciso: sua figlia sarà sottoposta a infibulazione, come vuole la tradizione. La bambina parte con il padre, convinta di andare a fare una piccola vacanza nel villaggio di origine, e invece si trova costretta a subire una violenza fisica e psicologica notevole come appunto quella dell’infibulazione. Torna in Italia ma al rientro dalle vacanze, la bambina di 11 anni non si presenta a scuola a causa di una non meglio precisata infezione che l’ha colpita. Nessuno però immagina che la undicenne sia stata sottoposta a una pratica barbara che la segnerà purtroppo per tutta la vita. A distanza di qualche mese, la piccola riesce a confidarsi con una insegnante che subito fa scattare la denuncia.

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Certo è troppo tardi, perché ormai il danno è stato fatto, ma la bimba viene subito affiancata da un supporto psicologico per superare quello che è un vero e proprio trauma. L’infibulazione, così come tante altre mutilazioni genitali, sono putroppo ancora diffuse in una buona parte del mondo e stando ai dati resi pubblici dalla Organizzazione Mondiale della Sanità si stima che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno. Questa dunque è solo l’ultimo fatto di cronaca di un fenomeno ancora troppo diffuso e che non sembra destinato ad arrestarsi..



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