Come è morto Papa Francesco: la crisi nella notte, troppi sforzi nella settimana santa
Le ultime notizie sulla morte di Papa Francesco: il pontefice si è spento oggi alle 7 probabilmente dopo una crisi nella notte
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel lunedì di Pasquetta: Papa Francesco è morto. Un annuncio che ha sconvolto i fedeli di tutto il mondo, soprattutto perché, negli ultimi giorni, sembrava che le sue condizioni di salute stessero migliorando. Il Pontefice era tornato ad affacciarsi in pubblico, a sorridere alla folla, a stringere mani e a benedire i presenti. Un’apparente ripresa che però nascondeva una fragilità profonda, segnata da settimane di lotta contro problemi respiratori e affaticamento cardiaco.
I medici erano stati chiari con il pontefice, dimesso pochi giorni prima della settimana santa dal Gemelli: il Papa per almeno due mesi non avrebbe dovuto vedere nessuno, non avrebbe dovuto incontrare la gente e stancarsi. Ma il Papa ha deciso anche forse un po’ testardamente, di dare retta al suo istinto e di essere il più possibile presente ai riti della settimana santa.
Come è morto Papa Francesco: le ultime notizie
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, proprio gli sforzi compiuti negli ultimi giorni avrebbero contribuito a precipitare le sue condizioni. Dopo le dimissioni dall’ospedale Gemelli, i medici avevano caldamente raccomandato al Papa di evitare qualsiasi forma di stress e soprattutto di non esporsi all’aria o affaticarsi con apparizioni pubbliche. Ma Bergoglio, fedele fino all’ultimo alla sua missione pastorale, ha scelto di non tirarsi indietro: ha voluto incontrare i fedeli, mostrarsi al popolo, vivere a contatto con la gente che tanto amava.
È stata una crisi improvvisa, durante la notte, a segnare il momento fatale. Il cuore, già messo a dura prova dalla ridotta ossigenazione, non ha retto. Il professor Claudio Micheletto, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, ha spiegato all’Adnkronos Salute che “con bassi livelli di ossigeno nel sangue, il cuore può entrare in sofferenza, fino all’arresto cardiaco, che rappresenta spesso l’epilogo di una crisi respiratoria acuta”.
Papa Francesco il peggioramento improvviso
Il Papa era stato visto di recente con i cannule nasali per l’ossigeno, chiaro segnale di una grave insufficienza respiratoria, probabilmente riconducibile alla BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Una patologia insidiosa, che anche dopo un apparente miglioramento, può avere esiti fatali. “I pazienti con BPCO – ricorda Micheletto – hanno un tasso di mortalità post-dimissione ospedaliera del 20%. Il rischio resta elevato, soprattutto se il cuore è già indebolito”.
Il coraggio di Papa Francesco, la sua volontà di non sottrarsi alla gente nonostante i consigli medici, resteranno tra i tratti più emblematici del suo pontificato. Una dedizione totale fino all’ultimo respiro, che ora commuove e ispira milioni di fedeli in ogni angolo del mondo.