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Per la morte di Andrea Prospero c’è un arresto per istigazione al suicidio

C'è un arresto nelle indagini per la morte di Andrea Prospero: l'accusa è quella di istigazione al suicidio

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Nuovi sviluppi nel caso della morte di Andrea Prospero, il giovane studente universitario di 19 anni trovato privo di vita in un appartamento a Perugia lo scorso 29 gennaio, dopo cinque giorni di ricerche. La Procura di Perugia, sotto la guida del procuratore Raffaele Cantone, ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un giovane residente nella provincia di Roma, accusato di “istigazione o aiuto al suicidio”. Ulteriori dettagli sull’indagine saranno resi noti durante una conferenza stampa prevista per le ore 12 presso la Questura di Perugia.

La famiglia di Andrea ha sempre dichiarato che il giovane non si sarebbe mai tolto la vita e che di certo, qualcosa di brutto è accaduto da quando il ragazzo si è trasferito a Perugia per iniziare i suoi studi. Il fratello e la sorella gemella di Andrea, proprio mercoledì sera nel corso della trasmissione Chi l’ha visto, hanno sottolineato che tante bugie sono state raccontate sul conto del giovane e che probabilmente, dietro alla sua morte, si nascondono persone che in qualche modo, lo hanno raggirato o portato a fare qualcosa che lui non avrebbe voluto fare. Nel corso delle indagini però sui dispositivi di Andrea Prospero sono state ritrovate delle ricerche dei farmaci che poi il giovane studente ha usato per togliersi la vita.

C’è un arresto per la morte di Andrea Prospero

Le indagini hanno rivelato che la causa del decesso è dovuta a un mix letale di benzodiazepine e ossicodone, sostanze che hanno avuto un effetto depressivo sul sistema respiratorio e cardiovascolare. La famiglia del 19enne ha respinto fin dall’inizio l’idea di un suicidio, sospettando, invece, che “qualcuno” potesse aver spinto Prospero a togliersi la vita. I familiari di Andrea hanno spiegato che il ragazzo non assumeva nessun genere di farmaco perchè aveva paura, dunque sono convinti che qualcuno in qualche modo, lo abbia costretto o indotto.

Durante le perquisizioni a casa del ragazzo, gli agenti della squadra mobile di Perugia hanno rinvenuto cinque telefoni cellulari, 60 schede sim e 3 carte di credito non intestate al 19enne. Le indagini si sono dirette sul possibile coinvolgimento del giovane in attività informatiche illecite. Anche in questo caso i familiari tendono a escludere che Andrea possa essere in qualche modo coinvolto e temono che qualcuno abbia usato il suo nome e i suoi dati per fare qualche attività illecita, magari delle truffe. Gli stessi amici di Andrea, i suoi compagni di classe raccontano che il ragazzo aveva persino paura di non entrare a scuola senza avvisare la sua famiglia, mai avrebbe potuto entrare in qualche giro illecito se non con l’inganno.

Maggiori informazioni di certo saranno date durante la conferenza stampa che farà chiarezza sulla morte di Andrea Prospero.

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