Attualità Italiana

Spunta un’intercettazione di Andrea Sempio che dopo l’omicidio di Chiara parla dello scontrino: “abbiamo cannato”

Andrea Sempio non parla con i giornalisti ma oggi viene pubblicata una intercettazione inedita che non passa inosservata e che riguarda il famoso scontrino

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Un’intercettazione inedita, pubblicata dal quotidiano Il Tempo, riaccende i riflettori su Andrea Sempio, il 36enne nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. L’audio, registrato dai carabinieri il 10 febbraio 2017 alle 19:05:45, rivela una conversazione tra Sempio e il padre subito dopo l’interrogatorio di garanzia dell’inchiesta, poi archiviata. Il punto critico? Un possibile errore nella ricostruzione della tempistica del ritrovamento di uno scontrino, elemento chiave per l’alibi dell’indagato.

L’intercettazione tra l’altro arriva sulla stampa proprio nel giorno in cui Andrea Sempio si è recato a Milano per il prelievo del suo dna in vista delle nuove comparazioni che la procura di Pavia ha deciso di fare. I suoi legali ribadiscono che Sempio non teme nulla: “è solo una macchinazione della difesa di Alberto Stasi” dicono all’uscita della caserma. Oggi però sulla stampa, si torna a parlare in modo prepotente di quello che all’epoca dei fatti convinse poco anche gli inquirenti, come la storia del famoso scontrino. “E’ stato tutto smontato” dicono i legali ricordando quello che è successo in passato, non comprendendo il clamore intorno a questa vicenda.

>>> Omicidio Chiara Poggi, Andrea Sempio non parla, commenta il legale: “tutta una macchinazione”

L’inedita intercettazione di Andrea Sempio durante le indagini per l’omicidio di Chiara Poggi

Ma che cosa si sente dire in questa intercettazione arrivata oggi sulla stampa? “Ne abbiamo cannata una – ammette Sempio nella registrazione – io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima. Io ho detto che l’abbiamo trovato dopo essere stato sentito, già la prima volta… Ero stato sentito e poi l’abbiamo trovato”. Un’ammissione che apre nuovi interrogativi sulla coerenza delle dichiarazioni fornite.

Lo scontrino in questione è quello di un parcheggio a Vigevano, datato 13 agosto 2007 alle 10:18, e rappresenta l’unico elemento a sostegno dell’alibi di Sempio per la mattina del delitto. Tuttavia, il documento è riemerso oltre un anno dopo, il 4 ottobre 2008, quando l’indagato, sentito nuovamente come testimone, lo ha consegnato ai carabinieri.

A verbale, il padre di Sempio dichiara di aver trovato lo scontrino “qualche giorno dopo il fatto, mentre pulivo la macchina“. Aggiunge poi un dettaglio significativo: “Quando mia moglie l’ha visto, mi ha detto di tenerlo, visto quello che era successo quel giorno”. Una precauzione che, col senno di poi, appare quasi premonitrice.

L’alibi, però, vacilla. Secondo le analisi, nelle ore cruciali del delitto – tra le 9:10 e le 10:20 – il cellulare di Sempio non aggancia mai la cella di Vigevano, città dove sostiene di essersi trovato quella mattina. La madre prova a dare una spiegazione: “Forse aveva lasciato il cellulare a casa”.

Queste nuove incongruenze potrebbero riaprire scenari investigativi ormai chiusi, rimettendo in discussione la posizione di Sempio nel caso che da anni continua a scuotere l’opinione pubblica. Come ribadito, il legali di Andrea Sempio hanno di nuovo messo in chiaro che il loro assistito, seppur turbato dagli eventi, non ha nulla a che fare con l’omicidio di Chiara Poggi una ragazza che conosceva appena, per via del suo legame invece con Marco, il fratello della giovane studentessa di Garlasco.

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