Attualità Italiana

Clamoroso 18 anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi: Andrea Sempio indagato a Garlasco

Andrea Sempio di nuovo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco: 18 anni dopo una svolta clamorosa nelle indagini. L'esclusiva del Tg1

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Il nome di Andrea Sempio torna di nuovo nel fascicolo per le indagini sulla morte di Chiara Poggi. Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco potrebbe subire una svolta inaspettata. La Procura di Pavia, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, ha riaperto le indagini su uno dei delitti più controversi degli ultimi decenni. A

l centro dell’attenzione, un nuovo sviluppo che potrebbe cambiare la narrazione consolidata del crimine per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva nel 2015.

Stasi, ex fidanzato della vittima, sta scontando una pena di 16 anni nel carcere di Bollate, ma le recenti analisi scientifiche potrebbero riaprire la discussione sulla sua responsabilità. La nuova ipotesi degli inquirenti riguarda una traccia genetica trovata sulla scena del crimine, un dettaglio che, se confermato, potrebbe portare alla revisione del processo. La notizia è stata data in esclusiva dal Tg1. La svolta sarebbe arrivata in seguito al fatto che ci sarebbe un nuovo strumento per analizzare il materiale raccolto in passato. Tutto da chiarire comunque al momento, dopo la notizia clamorosa arrivata oggi.

Andrea Sempio indagato: traccia genetica da rivedere

Secondo quanto emerso, gli investigatori avrebbero individuato DNA estraneo intorno alle dita della vittima. Questo materiale genetico, secondo le analisi condotte dalla procura di Pavia, non apparterrebbe a Stasi, bensì a Andrea Sempio, oggi 37enne, all’epoca diciannovenne e amico del fratello di Chiara Poggi.

Sempio, che frequentava la villetta di via Pascoli e aveva avuto contatti telefonici con Chiara nei giorni precedenti al delitto, è ora indagato per concorso in omicidio. Il suo nome era già stato accostato al caso nel 2016, quando la difesa di Stasi aveva presentato una perizia genetica che identificava un profilo compatibile con il suo DNA. Tuttavia, all’epoca, la Procura aveva archiviato la vicenda, ritenendo infondate le indagini difensive e non eseguendo alcun confronto genetico diretto.

Dagli archivi alla riapertura del caso

Il nuovo colpo di scena arriva proprio dal fatto che, a distanza di anni, la stessa procura di Pavia ha deciso di riaprire il fascicolo. Gli inquirenti hanno ora stabilito che il campione di DNA, ritenuto inutilizzabile nel 2016, è invece perfettamente analizzabile dal punto di vista giuridico.

Dopo nuove indagini, il nome di Sempio è riemerso, portando la procura a richiedere la riapertura del fascicolo. Inizialmente, il giudice per le indagini preliminari aveva respinto la richiesta, ma la Cassazione, nel dicembre scorso, ha accolto il ricorso della procura, riconoscendo la fondatezza delle nuove ipotesi investigative e ordinando la riapertura del caso.

Un secondo colpevole?

Questa nuova inchiesta si affianca a quella che ha portato alla condanna di Stasi e si basa su un’ipotesi diversa: se davvero Stasi è stato il responsabile del delitto, potrebbe non aver agito da solo. Il DNA rinvenuto sulla scena del crimine potrebbe appartenere a un secondo aggressore, rimasto finora impunito.

Ripercorrendo le vicende giudiziarie, Stasi era stato assolto due volte, prima in primo grado e poi in appello. Tuttavia, la Cassazione aveva annullato la sentenza d’appello, portando a un nuovo processo che nel 2015 si era concluso con la sua condanna definitiva a 16 anni di carcere. Il movente attribuito al delitto era stato individuato in un presunto “momento di rabbia” nei confronti della vittima.

Negli anni, la famiglia di Chiara Poggi ha sempre sostenuto la correttezza delle indagini e delle sentenze, difendendo l’operato della magistratura. Nel 2016, quando la difesa di Stasi aveva indicato Sempio come possibile colpevole, i familiari della vittima avevano respinto con forza questa ipotesi, definendola una “speculazione” sul loro dolore.

Si riapre dunque uno dei gialli più noti della cronaca nera italiana: c’è un assassino in libertà mentre Alberto Stasi che da sempre si proclama innocente non ha ucciso Chiara Poggi?

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