Alessia Pifferi assente in aula: sarebbe stata picchiata in carcere, punti di sutura per lei
Ancora colpi di scena per quello che riguarda Alessia Pifferi: la donna oggi assente in aula sarebbe stata picchiata in carcere
Nuovi sviluppi nel processo d’Appello a carico di Alessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio volontario della figlia Diana, la bimba di 18 mesi lasciata morire di fame e sete nel luglio 2022. L’udienza odierna si apre con due colpi di scena che accendono ulteriormente il dibattito giuridico attorno al caso. Alessia Pifferi non è presente in aula, sarebbe stata picchiata in carcere. Nelle ultime settimane si era parlato di una relazione con la sua compagna di cella, tanto che i giornali e i programmi tv avevano parlato anche di una possibile unione civile.
Ma a quanto pare la vita in carcere per Alessia Pifferi è piuttosto complicata.
Alessia Pifferi ultime notizie: assente in aula, sarebbe stata picchiata dalle detenute
Il primo riguarda l’assenza dell’imputata in aula. Attualmente detenuta nel carcere di Vigevano, Alessia Pifferi ha giustificato la sua mancata presenza non invocando un legittimo impedimento, ma denunciando un’aggressione subita da parte di altre detenute. L’episodio, secondo quanto riferito, le avrebbe procurato ferite tali da richiedere quattro punti di sutura al viso. Già in precedenza, il 12 aprile 2024, durante le sue dichiarazioni spontanee, aveva denunciato di essere vittima di violenze e insulti continui in carcere: «Mi chiamano mostro, assassina, mi dicono che devo morire e che merito di essere picchiata». In quel caso però la donna, accusata di aver ucciso la piccola Diana abbandonandola da sola in casa per una settimana, si trovava nel carcere di San Vittore.
La seconda novità riguarda un’iniziativa del pubblico ministero di primo grado, Francesco De Tommasi, che ha aperto una procedura piuttosto rara nel panorama giudiziario. Il pm ha infatti depositato, non nel fascicolo del processo d’Appello bensì in quello di primo grado, la documentazione di un’inchiesta parallela che coinvolge l’avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, il consulente psichiatrico della difesa e quattro psicologhe di San Vittore. L’inchiesta, conclusa il 24 gennaio, ipotizza a loro carico i reati di favoreggiamento, false attestazioni all’autorità giudiziaria e concorso in falsa testimonianza, in relazione alla perizia psichiatrica che aveva certificato un controverso deficit cognitivo dell’imputata.
Questo deposito, notificato il 19 febbraio sia alla difesa di Pifferi sia all’avvocato delle parti civili, potrebbe ora avere ripercussioni significative sul processo d’Appello. Sebbene la documentazione non sia stata inviata direttamente alla Procura Generale, essa potrebbe essere utilizzata per eventuali richieste istruttorie, come ammesso da una sentenza della Cassazione del 2014. Resta da vedere in che modo le parti coinvolte decideranno di avvalersene e quali effetti avrà sulla strategia difensiva e sull’intero procedimento giudiziario.